19 Settembre 2017

Uragani: Maria arriva dopo la terza estate più calda di sempre

Maria è l’ultimo della serie anomala di uragani dopo una estate 2017 che è stata a livello planetario la terza più calda di sempre, con la temperatura sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,81 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. E' quanto emerge da alcune elaborazioni sugli ultimi dati relativi all’estate della banca dati Noaa, il National Climatic Data Centre che registra le temperature mondiali dal 1880. Proprio in occasione dell’incontro Onu si tratta della conferma della tendenza al cambiamento climatico dopo che nel 2017 il mese di gennaio si è classificato a livello globale come il terzo più caldo dall’inizio delle rilevazioni come giugno ed agosto mentre febbraio, marzo, aprile, maggio e luglio si sono invece classificati tutti al secondo posto. Nel ventunesimo secolo le temperature annuali hanno fatto segnare per ben cinque volte il record nel 2005, 2010, 2014 e 2015 e nel 2016 che è tuttora l’anno più caldo di sempre. Dopo nubifragi e alluvioni, il maltempo con l’allerta delle protezione civile torna anche sull’Italia dove sono evidenti le anomalie con l’estate 2017 che si classifica come la quarta più siccitosa di sempre, ma che conquista il secondo posto per il caldo con una temperatura media superiore di 2,48 gradi alla media, inferiore solo a quella registrata nel 2003, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr dai quali emerge anche che il 2015 è stato l’anno più bollente della storia da 217 anni, ma nella classifica degli anni più caldi in Italia ci sono nell’ordine il 2014, il 2003, il 2016, il 2007, il 2012, 2001, poi il 1994, 2009, 2011 e il 2000.

A settembre tuttavia le precipitazioni sono più che raddoppiate con la caduta di ben il 127% in più di pioggia rispetto alla media sulla base dei dati Ucea relativi alla prima decade. La drastica svolta del meteo ha riguardato soprattutto il centro Italia con la caduta addirittura di più del triplo di acqua rispetto alla media (+222%) ed in misura minore il nord (+127%) ed il sud Italia (+19%). Il maltempo si è abbattuto violentemente sui terreni resi aridi da una estate calda e siccitosa con la caduta in Italia del 41% in meno di pioggia, ma in alcune regioni come la Toscana il deficit idrico è stato addirittura del 57% rispetto alla media. Infatti quest’anno sono state coinvolte anche aree come il centro Italia, che storicamente non avevano problemi per la siccità. Le precipitazioni per poter essere assorbite dal terreno deve cadere in modo continuo e non violento, mentre gli acquazzoni aggravano i danni e pericolo di frane, alluvioni e smottamenti. Siamo di fronte al moltiplicarsi di eventi estremi per la tropicalizzazione del clima con l’alternarsi di caldo anomalo, siccità, grandinate, precipitazioni violente e bombe d’acqua che il terreno non riesce più ad assorbire per colpa del consumo di suolo. Si tratta degli effetti di un modello di sviluppo sbagliato che ha provocato un irresponsabile scomparsa di oltre un quarto della terra coltivata (-28%) negli ultimi 25 anni in Italia dove sono rimasti appena 12,8 milioni di ettari superficie agricola utilizzata.  L’Italia affoga perché la superficie agricola e forestale ha raggiunto il minimo storico per colpa della cementificazione e dell’abbandono che ha reso l’Italia più debole rispetto al rischio alluvioni e frane ed esponendo tutto il territorio, a partire dalle città, alle conseguenze devastanti dei cambiamenti climatici.