Salgono a 26 i prodotti agroalimentari del Made in Tuscany e riconosciuti dall’Ue equamente divisi tra Dop ed Igp. Lo scorso anno erano 24. Entrano nella speciale classifica dei prodotti top il Panforte di Siena Igp e l’agnello del Centro Italia Igp.
A renderlo noto è Coldiretti Toscana sulla base del rapporto Istat I prodotti agroalimentari di qualità nel 2013 che certifica l’importante contributo del paniere agroalimentare toscano per la leadership nazionale con 264 denominazioni tutelate ed un fatturato superiore ai 13 miliardi di euro. Sono 12.860 gli operatori certificati nel 2013, in leggero calo (-2,1%), 1.545 gli allevamenti (-3,1%) a fronte, però, di un aumento sensibile della superficie destinata a produzioni riconosciute che, rispetto al 2012, sono aumentate di oltre 1.300 ettari (+,2.1%).
I settori con il maggior numero di riconoscimenti sono gli ortofrutticoli e cereali (8 prodotti), carni (7) ed olio extravergine (5). La Toscana si conferma la regione con le concentrazioni più significative di produttori (17,1%) e trasformatori (16,4%) dove prevalgono gli operatori oleari (molitori e imbottigliatori). Il settore con il maggior numero di operatori complessivi è l’olivicoltura con 11.242 unità di cui 10.906 operanti nella produzione dell’Igp ed il settore delle carni con 948 operatori. Tra i prodotti di punta, per numero di addetti, primeggiano il Prosciutto Toscano Dop con 2.359 operatori, ed il Pecorino Toscano Dop con 805.
Non sono gli unici primati che la Toscana del bello e del buono può vantare.
Con 463 bandiere del gusto la regione mantiene la sua leadership nazionale di fronte a Campania (429) e Lazio (386). In questo caso, la speciale classifica è stilata sulla base delle specialità alimentari presenti sul territorio nazionale che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni. “Raccogliamo il lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari, ed investiamo sulle nuove generazioni di agricoltori-imprenditori – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – l’agricoltura, e tutto ciò che ci permette di godere, dal cibo al paesaggio, è un bene comune che appartiene all’intera collettività, un pezzo del nostro patrimonio culturale ed economico sul quale l’Italia, e la nostra regione, può contare per ripartire”.
Segnali importanti arrivano dal fronte dell’occupazione, a cui le Dop e le Igp del nostro paniere, garantiscono un contributo importante: “I lavoratori dipendenti – analizza Marcelli i dati relativi al secondo trimestre del 2014 - sono aumentati del 18% superando, per la prima volta dal 2008, le 32mila unità. E’ cresciuto anche il numero totale degli addetti che sono il 7,7% in più”. Spesso però Made in Tuscany significa sempre più tuscany sounding, tarocchi, falsi e imitazioni che costano 6 miliardi di euro al Pil regionale e 30mila posti di lavoro nella filiera che non possono essere creati. “L’agropirateria internazionale - prosegue Marcelli - utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale e frena le potenzialità del nostro export che vale il 6,5% del totale delle esportazioni toscane”.
La lista dei prodotti:
Sono cinque gli oli extravergine riconosciuti: