Riso, l’Italia è il principale produttore in Europa con un aumento del 4% delle esportazioni nel 2019 per un valore di quasi 550 milioni. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la firma dei due protocolli d'intesa che aprono il mercato cinese all'esportazione di carne bovina e riso italiani.
Bisogna superare gli ostacoli tecnici alle esportazioni agroalimentari Made in Italy per riequilibrare i rapporti commerciali nell’agroalimentare con le importazioni dalla Cina che sono pari a 667 milioni nel 2019, nettamente superiori alle esportazioni Made in Italy che hanno raggiunto i 477 milioni nello stesso anno.
Da una analisi della Coldiretti in riferimento all’allarme lanciato dall’ Organizzazione Mondiale del Commercio, Wto sul crollo fra il 13% e il 32% degli scambi internazionali nel 2020. Una tempesta che – sottolinea la Coldiretti - investe in pieno le grandi commodities agricole con un numero crescente di Paesi che cerca di garantire prima di tutto l’approvvigionamento della propria popolazione, considerando il cibo un elemento di interesse strategico nazionale come la difesa, la sanità e le comunicazioni.
Gli effetti della pandemia hanno fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dalla produzione agricola per l’alimentazione, l’ambiente e la salute dei cittadini” ha dichiarato il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che in uno scenario di questo tipo “l’Italia in futuro potrà trarre beneficio dalla sua tradizione rurale ma occorre invertire la tendenza del passato a sottovalutare il patrimonio agroalimentare nazionale in una situazione in cui l’ultima generazione è stata responsabile della perdita di ¼ delle terre fertile nella Penisola per colpa all'urbanizzazione e all'abbandono forzato”.
Con i due protocolli si aprono dunque nuove opportunità di mercato per l’Italia dove il riso si coltiva su un’area di 220mila ettari con 4mila aziende agricole italiane che raccolgono 1,40 milioni di tonnellate di riso all'anno pari a circa il 50% dell’intera produzione UE, con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo.