I Mondiali 2014 sono appena iniziati, l’Italia giocherà nella notte tra sabato e domenica e mentre tutti sperano in una ripresa economica ed occupazionale del Bel Paese, in concomitanza di una possibile vittoria del Campionato del Mondo, ci si augura anche di riuscire a valorizzare al meglio il vero Made in Italy. I cugini di oltreoceano, infatti, detengono il record della contraffazione di prodotti alimentari nostrani.
In caso di vittoria del mondiale 2014 in Brasile da parte degli Azzurri, ci potrebbe essere un aumento fino all’1% del prodotto interno lordo (PIL) secondo le previsioni formulate dal Premier Matteo Renzi. Tale ipotesi si rafforza soprattutto se si pensa agli effetti positivi dell’ultimo trionfo italiano nel 2006 che ha fatto registrare:
Questi dati emergono da una analisi della Coldiretti presentata all’Unioncamere nell’incontro su In tavola l’Italia garantita dove è stata allestita la prima esposizione dei principali prodotti falsi scovati in Brasile, che evidenziano un palese e preoccupante taroccamento degli alimenti più tipici a danno del Made in Italy. "Un inganno che rischia di offuscare le opportunità che vengono da un momento di grande visibilità generato dalla competizione mondiale", ha denunciato Gennaro Masiello componente di Giunta della Coldiretti che ha partecipato all'iniziativa.
Nel paese del Carnevale, infatti, è molto facile trovare prodotti deliberatamente copiati dai nostri, che sono gli originali: dalla ricota d’Italia, alla pomarola passando per il parmesao e la mortadela bolognese, si tratta di tutti prodotti che cercano anche attraverso packaging al tricolore, di ingannare il consumatore facendo credere che si tratti di cibo italiano, ma che di italiano non hanno nemmeno il nome.
Tutto quello che è stato appena riportato, si racchiude nella parola agropirateria, ovvero, l’utilizzo improprio di parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale e frena le potenzialità dell’export che nel 2013 ha raggiunto la cifra record di 33,4 miliardi di euro. Secondo quanto affermato da Coldiretti, sul piano internazionale questo fenomeno deve essere combattuto con l’informazione, ma va anche cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto e facendo chiarezza a livello nazionale ed europeo dove occorre estendere a tutti i prodotti l'obbligo di indicare in etichetta l'origine dei prodotti alimentari.