11 Febbraio 2017

Produzione Industriale, +6% grazie a spinta record dell’alimentare

Archiviate le feste è ora di  bilancio e così si scopre che a spingere la produzione industriale è l’alimentare che fa registrare un balzo record del 6% rispetto allo scorso anno, con le spese a tavola che rappresentano la principale componente del budget delle famiglie questo anche grazie anche ai consumi natalizi. E’ quanto afferma  Coldiretti nel commentare i dati Istat sulla produzione industriale a dicembre 2016 che riguarda i prodotti arrivati sugli scaffali per le feste di fine anno. L’agroalimentare con regali enogastronomici, pranzi e cenoni è stata quest’anno la voce più pesante del budget che le famiglie italiane hanno destinato alle feste di fine anno, con una spesa complessiva per imbandire le tavole del Natale e del Capodanno di 4,4 miliardi di euro, il 2% in più dello scorso anno.

Ed è stato record storico per il Made in Italy alimentare anche sulle tavole delle festività di tutto il mondo con l’export di vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi, salumi ma anche caviale Made in Italy che solo per il periodo di Natale raggiunge i 3,2 miliardi di euro, in aumento del 3%, sulla base delle proiezioni Coldiretti relative al mese di dicembre 2016 su dati commercio estero dell’Istat.

Più in generale, abbiamo assistito all’abbandono delle mode esterofile del passato con una decisa tendenza sulle tavole a privilegiare prodotti Made in Italy legati magari a specifici territori dei quali esprimono la storia, alla cultura ed anche alla solidarietà.

Questo infatti passerà alla storia come il Natale della solidarietà dato che 1 italiano sui 4 (24%) ha scelto di acquistare prodotti tipici dei territori colpiti dal sisma, anche grazie al moltiplicarsi di iniziative come quelle promosse dai mercati di Campagna Amica. Un gesto d’importanza cruciale per aiutare la ripresa economica e non solo di territori che per la propria propensione agricola hanno reso famoso il Made in Italy.

I risultati positivi ottenuti sul piano industriale - conclude Coldiretti – devono ora trasferirsi alle imprese agricole con una adeguata remunerazione dei prodotti che in molti casi si trovano tuttora al di sotto dei costi di produzione.