17 Novembre 2021

Pac 2023-2027: cosa cambierà sul Primo Pilastro dei pagamenti diretti

Pac 2023-2027 - Il 31 dicembre 2021 l’Italia dovrà presentare alla Commissione il Piano Strategico Nazionale tenendo anche conto delle esigenze emerse dal confronto fra Mipaaf/Rete rurale nazionale, Regioni/Province Autonome e Partenariato.

Si ricorda che, la dotazione annua per i pagamenti diretti è di 3,6 miliardi di euro da suddividere tra 41-65% al sostegno di base al reddito per la sostenibilità, 20-25% eco-schemi, 10% sostegno redistributivo, 13-15% sostegno accoppiato e 3% sostegno ai giovani agricoltori.

L’Italia dovrà affrontare le seguenti scelte strategiche per i suoi agricoltori:
- la quota di dotazione per gli eco-schemi per il 2023 e 2024
- come utilizzare il 10% della dotazione per il sostegno redistributivo, da destinare alle piccole o medie imprese oppure esentarsi da tale obbligo se adempiuto con altri interventi/strumenti del I° pilastro che perseguono lo stesso obiettivo;
- aumentare del 2% la dotazione per il sostegno accoppiato;
- in che modo utilizzare il 3% dei pagamenti diretti ai giovani agricoltori;
- come impiegare gli strumenti di gestione del rischio ed assegnare la relativa dotazione, fino ad un massino del 3%;
- in che modo continuare il processo di convergenza interna dei pagamenti diretti in modo che tutti gli agricoltori possano avere titoli pari all’85% del valore medio nazionale entro il 2026 (oggi al 60%).

Volendo provare ad ipotizzare il budget totale, è possibile elaborare tre ipotesi:
- 41% pari a circa 1 miliardo e 480mila euro (Scenario 1);
- 44% ovvero 1miliardo e 590mila euro, denominato (Scenario 2);
- 50% delle risorse pari a 1 miliardo e 800mila euro, chiamato (Scenario 3).

Data una superficie di circa 10milioni di ettari ed i tre differenti plafond, è possibile calcolare il valore medio del titolo per ciascuno scenario, che varia dai 148 euro nel caso dello scenario 1 (41%) ai 181euro per lo scenario 3 (50%). Tali valori medi dovranno essere poi ridotti del 15% per il processo di convergenza, per arrivare all’85% del valore medio non oltre il 2026.

La simulazione prosegue attraverso la stima del fabbisogno annuo di risorse necessarie delle tre ipotesi. Sommando alla spesa per l’erogazione dei pagamenti di base quella per sostenere la convergenza si riscontra che il budget previsto non è sufficiente.

La simulazione, nonostante i limiti, voleva porre l’attenzione sull’impatto economico che avrà la convergenza sugli agricoltori. L’Italia è chiamata a compire scelte importanti in modo che il processo sia il meno impattante possibile sui propri imprenditori.