10 Settembre 2019

Oscar Green Sicilia 2019: premiati i giovani innovatori del futuro

Nella stupenda cornice del parco botanico Radicepura di Giarre si sono svolte le finali regionali Oscar Green Sicilia 2019. La premiazione è avvenuta alla presenza del Presidente nazionale  di Coldiretti Ettore Prandini, del Segretario generale, Vincenzo Gesmundo, del Presidente regionale Francesco Ferreri, di Veronica Barbati, delegata nazionale Giovani Impresa insieme al delegato regionale Massimo Piacentino.

Categoria “Impresa 4. Terra” : Fabio Bono - “Basilico I- tech”.

29 anni, diplomato al liceo scientifico, il giovane imprenditore, dopo aver provato diverse esperienze, ha deciso di mettere insieme l’interesse per la tecnologia per l'ambiente e per l’agricoltura. Quindi ha rilevato una piccola parte dell'azienda di famiglia per mettere su una serra idroponica dove coltiva principalmente basilico in “floating system”. Si tratta di un particolare sistema idroponico in cui dei pannelli in polistirolo, che ospitano la coltivazione, galleggiano nelle vasche con la soluzione nutritiva. I vantaggi sono molti, in primo luogo il risparmio idrico, circa il 90% in meno rispetto ai metodi tradizionali. Questo sistema permette inoltre di avere rese e qualità molto superiori rispetto alla coltivazione a terra. La produzione è di circa 170 chili di basilico a vasca, che in tutto sono 10. Il prodotto finale uniforme come qualità e quantità è indirizzato al mercato di quarta gamma.

Categoria “Fare rete”: Rossella Scollo- “Cuvia femminella”

Dall’Australia alla Sicilia per la mandola della Trinità salvata dall’estinzione. Rossella Scollo, 34 anni, laureata in lettere e filosofia insegnava in Australia ma la lontananza dalla Sicilia non la rendeva felice soprattutto perché voleva impegnarsi nella creazione di qualcosa che potesse far crescere l’identità territoriale. Tornata nella sua Monterrosso Almo (Rg) la scelta è stata quella di produrre un’antichissima varietà di mandorla, la “cuvia femminella”, rarissima e rintracciabile solo in microclimi vulcanici e montani, proprio come l’appezzamento di terra ereditato, a ridosso del monte Lauro un vulcano non più attivo. Il metodo tradizionale consiste nel ricavare il portinnesto dalla semina di tre mandorle amare, il numero tre risale alle credenze religiose e scaramantiche del mondo contadino ed è legato al concetto di trinità da cui si sceglie, a germogliatura fatta, la piantina più forte che diventerà il portinnesto della varietà desiderata. In questo modo, gli alberi sono più resistenti ai patogeni locali e il mandorleto è molto più longevo. Insieme al marito, chef australiano realizza corsi di cucina anche a base di mandorle con ricette antiche ma dalla mandorla nasce una rete che lega le altre produzioni del territorio.

 Categoria “Sostenibilità “ Andrea Scuto – “origano da un’unica pianta madre”

La mamma è sempre la mamma, a pensarla così Andrea Scuto, 27 anni di Catania, la cui passione per la tutela ambientale lo a spinto a dedicarsi alla produzione di origano che derivano tutte da un’unica pianta madre cresciuta spontaneamente nelle campagne limitrofe all’azienda che si trova a Carlentini. Adesso ne ha circa 30.000 alle quali vanno sommate quelle di rosmarino. L'obiettivo che il giovane imprenditore si è posto si basa su 2 principi fondamentali: la qualità e il mantenimento dell'ecosistema. La prima è fornita principalmente dalle operazioni di raccolta e post-raccolta effettuata rigorosamente a mano per mantenerne l’integrità, seguita da un'essiccazione all'ombra per ridurre al minimo la degradazione dei composti aromatici dell'origano causata dai raggi solari. Utilizzare sistemi bio soprattutto nella lotta contro gli afidi realizzata l'utilizzo del cardo (endemico in molte zone della Sicilia) come specchio per le allodole nei confronti di questi insetti. Vende la produzione alla grande distribuzione ma il suo obiettivo subito dopo il conseguimento della laurea è quello di avere canali commerciali dove la specificità del prodotto assuma il valore aggiunto.

Categoria “Creatività”: Michele Ricupero “Olio di iperico – elisir della felicità”

Ancora un esempio del legame tra territorio, ambiente, storia e cultura è quello del trentenne Michele Ricupero. L’imprenditore di Canicattini Bagni (Sr) alla produzione di olio d’oliva e rispolverando le conoscenze del territorio tramandate da generazioni, ha aggiunto quella di l’olio di iperico. Quello che viene conosciuto come un elisir della pelle, perché cicatrizzante è ottenuto dalla macerazione dei fiori freschi dell’Hypericum perforatum (o erba di San Giovanni) con olio di oliva, chiuso in contenitori di vetro ed esposti al sole per un mese. Successivamente viene filtrato e confezionato in dispenser da 50 ml. La macerazione consente di trasferire, dai fiori all’olio, i carotenoidi (dalla colorazione rossa o arancio che danno il colore all’unguento e che il nostro organismo trasforma in vitamina A) e i flavonoidi (ipericina, rutina, quercetina e iperoside).

L’olio di iperico è impiegato fin dall’antichità per le sue proprietà cicatrizzanti ed emollienti, capaci di stimolare la rigenerazione cellulare. Per questo motivo è usato da sempre contro le ustioni, l’eritema solare, in caso di macchie della pelle, cicatrici, e segni provocati dall'acne, inoltre possiede un’azione analgesica sui dolori articolari.

Categoria” Noi per il sociale: Luca Cammarata -“Orto matto”

Zappano, seminano, piantano, raccolgono e vendono direttamente i loro ortaggi al Mercato campagna amica insieme a 4 immigrati minori non accompagnati. Sono i degenti del dipartimento di Salute Mentale dell’Asp di Caltanissetta che lavorano in un’azienda agricola confiscata mafia e risorta grazie al coraggio di Luca Cammarata, di San Cataldo (Cl). Il progetto “Orto matto” vede una sinergia tra l’imprenditore, l’associazione “Tam Tam”, l’Asp di Caltanissetta. Insieme, per il terzo anno, hanno realizzato una vera e propria filiera di benessere e azione sociale. I minori arrivati dal Centro Africa, sono anch'essi impegnati nel rapporto con la clientela al Mercato e così hanno la possibilità di inserimento basato sul lavoro. Il tutto uscendo dalla routine della vita nella le comunità che li accolgono. Dall'anno prossimo l’associazione potrà lavorare in altro bene confiscato alla mafia e quindi, continuando il progetto, si spera di far diventare quello che ora appare come straordinario, un momento di ordinario lavoro.

Categoria “Campagna Amica ": Gabriele Butticè “Il Melograno”

E’ il più giovane vincitore di quest’edizione. Ha solo 22 anni ma ha già creato un’azienda a Serradifalco in provincia di Caltanissetta che si dedica alla produzione di ortaggi, fiori e melagrana, su cui ha scommesso. Ha un diploma di ragioniere e non ha voluto continuare gli studi proprio per dedicarsi alla campagna. La scelta di vendere nei Mercati Campagna Amica è stata dettata anche dalla posizione geografica dell’azienda ma soprattutto perché in questo modo i consumatori mantengono il contatto diretto con chi produce. Butticè ha anche iniziato ad offrire lavoro ed infatti impiega manodopera con cui collabora.