Un Natale quello appena trascorso, con le mimose già fiorite in anticipo di due mesi e mezzo, rispetto alla festa della donna, ma nei campi ci sono anche primule, viole e cresce l’erba come in primavera: tutto questo a conferma di una anomalia climatica che con il caldo e l’assenza di pioggia e vento, ha provocato lo smog nelle città ed una storica siccità invernale nelle campagne. E’ quanto si afferma nel sottolineare che, a sconvolgere la natura, è stato un mese di dicembre con 2,5 gradi di temperatura in più rispetto alla media, ma anche con la quasi assenza di pioggia (-95%) dopo che anche a novembre le temperature massime erano state di 2,5 gradi in più della media, con piogge praticamente dimezzate (-49%), ma con punte di meno 80% al Nord.
Se il fiume Po - come molti altri corsi d’acqua - è agli stessi livelli del periodo estivo, in alcune zone in montagna è scattato l’allarme incendi completamente fuori stagione per la presenza di erba e arbusti rinsecchiti nei boschi, ma gli effetti ci sono anche sugli animali, con i ghiri che non sono andati in letargo, ma ci sono ancora insetti fastidiosi come le zanzare, che hanno sviluppato un numero di generazioni superiori alla norma per il clima anomalo. Un problema che riguarda anche i campi coltivati, dove si aspettano nella stagione produttiva forti infestazioni degli insetti patogeni, che non sono stati limitati dal tradizionale freddo invernale. Per il mancato abbassamento delle temperature nelle campagne il grano è più alto del normale e si teme per i raccolti, mentre le gemme delle piante sono rigonfiate come in prefioritura e se dovesse verificarsi adesso un forte ed improvviso abbassamento della temperature, si avrebbe una seria compromissione dei raccolti.
Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici, che si stanno manifestando con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi, con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi 10 anni, ha subito danni per 14 miliardi di euro tra alluvioni e siccità, che è stata particolarmente violenta nel 2003, 2007 e 2012. “Una situazione che conferma l’importanza dell’accordo siglato alla Conferenza sul clima di Parigi in un anno che, a livello globale, si appresta a conquistare il primo posto degli anni più caldi di sempre, alla testa di una classifica che vede peraltro tutti e dieci gli anni più bollenti della storia successivi al 2000."