“Sono state accolte le nostre richieste per importanti misure fiscali per le imprese e gli allevamenti ma anche finanziamenti per i danni provocati dal clima, il bonus verde, sostegni alle filiere agroalimentari, al grano e alla pesca, ai giovani e all’imprenditoria femminile”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nella relazione di apertura dell’Assemblea della principale organizzazione agricola europea nel ringraziare il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e il premier Mario Draghi per una manovra espansiva anche per l’agricoltura per la quale vengono stanziati complessivamente 450 milioni, il 58% in più di quella precedente.
“Il PNRR è fondamentale per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale e noi siamo pronti per rendere l’agricoltura protagonista utilizzando al meglio gli oltre 6 miliardi di euro a disposizione” afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che l’Italia può contare su una risorsa da primato mondiale ma deve investire per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali.
“Per questo abbiamo elaborato e proposto – continua Prandini – progetti concreti nel Pnrr per favorire l’autosufficienza alimentare e una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale. Puntiamo sui contratti di filiera per rafforzare i rapporti tra agricoltori e trasformatori per il vero Made in Italy con un budget da 1,2 miliardi. E vogliamo sostenere lo sviluppo delle foreste urbane per mitigare l’inquinamento in città, gli invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, la chimica verde e le energie rinnovabili utilizzando tutte le risorse a disposizione per i pannelli fotovoltaici da mettere sui tetti con consumo di suolo zero. Sulla logistica serve agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo. Una mancanza che ogni anno – evidenzia Prandini – rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export al quale si aggiunge il maggior costo della “bolletta logistica” legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci”.
A livello nazionale occorre – sostiene Prandini - lavorare per tradurre in misure semplici ed efficaci gli indirizzi approvati dall’Ue nella Riforma della Politica agricola comune (Pac), dall’innovazione alle politiche per favorire il ritorno alla terra delle nuove generazioni. Abbiamo chiesto che il Piano Strategico Nazionale contenga azioni semplici da applicare che garantiscano – continua Prandini – la giusta sostenibilità economica all’attività agricola. Il difficile negoziato sulla riforma di questi ultimi anni – sottolinea Prandini – ha comunque portato ad un risultato migliorativo rispetto alla proposta iniziale del 2018, in termini di risorse e di strumenti per affrontare le ambiziose sfide poste dal Green Deal europeo, per uno sviluppo del settore che sia sostenibile da un punto di vista economico, ambientale e sociale. Ci saranno alcune filiere da accompagnare e proteggere maggiormente, a partire da zootecnia, olivicoltura e altri settori più in crisi, con una attenzione forte ai giovani.
In Europa occorre però coerenza nelle politiche Ue, dicendo “SI” a tutte le misure che aumentano la trasparenza di processi e prodotti, attraverso l’obbligo dell’etichettatura d’origine, e che garantiscano competitività agli agricoltori europei sul piano mondiale promuovendo ed applicando il concetto della reciprocità negli standard produttivi in modo che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute. Mentre va avversato ogni tentativo di banalizzazione ed omologazione del modello agricolo italiano ed europeo, dicendo quindi “NO” ai finanziamenti alla produzione di carne in laboratorio o all’introduzione di etichette a semaforo quali il Nutriscore.