23 Febbraio 2015

Made in Italy: export birra italiana in ascesa (+13%), metà in UK

Volano le esportazioni di birra Made in Italy all’estero, con un aumento del 13% in quantità nel corso del 2014 rispetto all’anno precedente, con oltre la metà delle spedizioni dirette nel Regno Unito, dove nei pub si diffonde la presenza delle produzioni artigianali nostrane. È quanto emerge da un’analisi sulla base dei dati Istat relativi i primi 10 mesi del 2014, in occasione di Beer Attraction International Craft Breweries Show, in corso a Rimini Fiera. A sostenere le esportazioni è infatti anche il boom nella produzione artigianale di birra italiana, con oltre 600 microbirrifici nel 2014 rispetto alla trentina censiti 10 anni fa, in netta controtendenza alla crisi generale. La produzione di 30 milioni di birra artigianale Made in Italy, destinati per il 10% all’esportazione, rappresenta anche una forte spinta all’occupazione, soprattutto tra gli under 35, che sono i più attivi nel settore con profonde innovazioni, che vanno dalla certificazione dell’origine a km0 al legame diretto con le aziende agricole, ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica.

Un’offerta variegata, in grado di soddisfare gli oltre 30 milioni di appassionati consumatori di birra presenti in Italia, dove tuttavia il consumo pro-capite è di 29 litri, molto più limitato rispetto a Paesi come la Repubblica Ceca (144 litri pro capite), l’Austria (107,8), la Germania (105), l’Irlanda (85,6), il Lussemburgo (85) o la Spagna (82).
A sostenere la produzione italiana di birra ci sono le coltivazioni nazionali di orzo, con una produzione di circa 860.000 tonnellate nel 2014 su una superficie complessiva investita di circa 226.000 ettari. Per quanto concerne la produzione di birra, la filiera cerealicola unitamente al Ministero delle Politiche Agricole ipotizzano un impegno annuo di granella di orzo pari a circa 90.000 tonnellate.

Da tempo Coldiretti ha stimolato, perseguito e avviato la politica delle filiere corte del Made in Italy agroalimentare, nel senso che il produttore partecipa, attraverso le sue forme associate, fino alla gestione del prodotto finito sul mercato. Contestualmente, si sta potenziando su tutto il territorio nazionale la rete distributiva di Campagna Amica, presso la quale il consumatore trova i prodotti firmati direttamente dal produttore in una sorta di vera tracciabilità. Tale politica ha stimolato anche la nascita di alcune iniziative progettuali nel segmento della birra artigianale o agricola, avviando una nuova imprenditorialità costruita con l’impiego dell’orzo aziendale, in un ambito produttivo a ciclo chiuso garantito dallo stesso agricoltore.
In questa situazione di grande dinamicità, a supporto della trasparenza dell’informazione dei consumatori, è però necessario qualificare le produzioni nazionali con l’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine, per evitare che vengano spacciati come Made in Italy produzioni straniere.