Non solo Prada, il mercato del falso Made in Italy, genera un fatturato di 6,5 miliardi e colpisce soprattutto l'abbigliamento e gli accessori per 2,2 miliardi, il comparto cd, dvd e software per 1,8 miliardi e i prodotti alimentari per poco più di 1 miliardo di euro. E’ quanto si afferma nel commentare la chiusura del sito, che vendeva prodotti con il marchio clonato Prada, sulla base dei dati Censis e Ministero dello Sviluppo Economico. Si stima che se i prodotti contraffatti fossero realizzati e commercializzati sul mercato legale, la produzione aggiuntiva genererebbe ben 105mila lavoratori regolari, occupati a tempo pieno. Al danno economico ed occupazionale, si aggiunge quello di immagine con la presenza sul mercato di prodotti di imitazione, che non hanno le stesse caratteristiche qualitative di quelli originali, ma in alcuni casi, come per i prodotti alimentari e farmaceutici, i rischi riguardano anche la salute dei potenziali acquirenti. Gli inganni sono aumentati con la diffusione del commercio on line attraverso il quale hanno fatto acquisti ben il 48,7% degli italiani con più di 15 anni, che navigano su internet, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al 2015.
In particolare:
Dalla Daniele, mortadella prodotta negli Usa (dove si vende addirittura il kit per preparare il Parmigiano), al Chianti bianco svedese o il vino in polvere per ottenere in poche settimane il Barolo confezionato in Canada, sono solo alcuni degli orrori che si possono trovare in rete e acquistati con il commercio on line, secondo quanto emerso dal Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, dal quale si evidenzia che la Rete, viene usata spesso come porto franco e diviene uno dei canali ideali per la diffusione dell’Italian sounding. Ecco allora in vendita su Internet il kit per il vino liofilizzato Fai da te, con false etichette dei migliori vini Made in Italy, ma anche il kit per il falso Parmigiano Reggiano, il falso Pecorino Romano ed altri celebri formaggi nostrani come la mozzarella, la ricotta e l’asiago. Tra gli alimenti per i quali si riscontrano frodi più frequenti, ci sono i prodotti tipici della tradizione locale e regionale (32%), i prodotti Dop e Igp (16%) ed i semilavorati (insaccati, sughi, conserve, ecc.,12%). Tra le categorie contraffatte, il primato negativo spetta ai formaggi Dop; seguono le creme spalmabili e i salumi. I Nuclei Antifrodi dei Carabinieri, hanno individuato 70 diverse tipologie di prodotti alimentari contraffatti in vendita attraverso la Rete.