30 Aprile 2020

Made in Italy: arriva taglio costo lavoro per 100% Made in Italy

Made in Italy, per aiutare le imprese a fare fronte alle conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria è stato stanziato dall’Enpaia un plafond pari a 10 milioni di euro per l’anno 2020 da destinare alla decontribuzione in favore delle aziende che attesteranno di essere produttori solo di DOP e IGP inclusi i vini il cui disciplinare preveda espressamente l’uso esclusivo di prodotti agricoli coltivati in Italia o animali nati, allevati e macellati in Italia con anche l’intera fase di trasformazione realizzata su suolo nazionale.

Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare l’importanza della misura innovativa adottata a sostegno del sistema produttivo nazionale Made in Italy di fronte all'emergenza pandemia che sta mettendo in crisi fatturato ed esportazioni del settore agroalimentare.

Per la prima volta arrivano sconti sul costo del lavoro a chi produce vero Made in Italy alimentare, dai formaggi ai salumi, dalla frutta alla verdura fino ai vini a denominazione di origine sono stati previsti dalla delibera adottata dall’Enpaia, l’Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura.

Un intervento per sostenere la sovranità alimentare del Paese e garantire la presenza di cibi e bevande Made in Italy sugli scaffali dei supermercati e nelle dispense delle case degli italiani. In questa fase di emergenza più di otto italiani su dieci (81%) ritengono sia importante acquistare prodotti italiani per aiutare il lavoro e l’economia secondo l’analisi Coldiretti/Ixe’.

La decontribuzione è fissata ad un limite massimo individuale pari al 50% per singolo beneficiario a favore di impiegati, quadri e dirigenti agricoli dipendenti delle aziende. Inoltre c’è l’impegno per verificare la possibilità di un ulteriore intervento sempre a favore delle aziende agricole.

L’agricoltura Made in Italy vanta il record europeo di 299 specialità Dop/Igp/Stg riconosciute a livello comunitario, 524 vini Doc/Docg e Igt, ma anche 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e 533 varietà di olive contro le 70 spagnole. Un sistema che poggia su un’agricoltura italiana che si classifica al primo posto a livello comunitario per numero di imprese e valore aggiunto grazie ai primati produttivi, dal grano duro per la pasta al riso, dal vino alla gran parte dei prodotti ortofrutticoli ma anche per la leadership nei prodotti di qualità come salumi e formaggi.

La filiera agro alimentare è strategica per il Paese perché garantisce lavoro a oltre 3 milioni di persone con un valore dal campo allo scaffale pari a 538 miliardi di euro, circa il 25% del Pil.

Da tutelare c’è il patrimonio agroalimentare nazionale che nel 2019 ha realizzato un export record da 44,6 miliardi di euro ora messo a rischio dall'emergenza pandemia sulle produzioni e sui commerci internazionali.

Gli effetti della pandemia stanno pesando su molte imprese dell’agroalimentare Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità con il 57% delle aziende agricole ha registrato una diminuzione dell’attività secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.