12 Giugno 2021

Lavoro: 1 italiano su 3 sogna il figlio agricoltore

Lavoro, più di 1 italiano su 3 (35%) sogna un figlio agricoltore con la pandemia che ha accelerato il fenomeno del ritorno alla terra e maturato la convinzione comune che le campagne siano oggi capaci di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale, peraltro destinate ad aumentare nel tempo. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Notosondagi diffusa in occasione della 1° festa dell’educazione alimentare nelle scuole con l’inaugurazione della prima fattoria didattica con centinaia di bambini provenienti da tutte le scuole d’Italia nella tenuta presidenziale di Castelporziano con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i ministri delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, dell’Istruzione Patrizio Bianchi, della Salute Roberto Speranza, della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e il vicedirettore della Fao Maurizio Martina.

Quasi un anno e mezzo di emergenza Covid ha evidenziato tutta la strategicità del cibo e il risultato è che rispetto al 2019, sono aumentati del 30% i cittadini che consiglierebbero al proprio figlio di cercare lavoro in campagna. Un profondo mutamento culturale che si traduce anche nelle scelte relative al percorso scolastico. Nell’anno del Covid gli studenti italiani hanno preso d’assalto gli indirizzi agricoli delle scuole superiori, con un incremento del 15% delle iscrizioni agli istituti professionali in Agricoltura, Sviluppo Rurale, Valorizzazione dei Prodotti del Territorio e Gestione delle Risorse forestali e montane. E crescono del 6% anche le presenze all’indirizzo Agraria, Agroalimentare e Agroindustria degli istituti tecnici, secondo un’elaborazione Coldiretti su dati del Miur.

Un risultato destinato ad aumentare ulteriormente la professionalità nelle campagne dove 55mila imprese agricole italiane condotte da under 35 hanno già scelto di impegnarsi in agricoltura, con un aumento del 14% rispetto a cinque anni fa, in controtendenza rispetto all’andamento generale, con la crisi provocata dal Covid. Una presenza che ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese giovani opera in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.

“L’agroalimentare può offrire un milione di posti di lavoro green nei prossimi 10 anni con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde, la formazione tecnica, l’innovazione, la transizione ecologica e il digitale da sostenere con strumenti mirati per i giovani agricoltori nel Recovery plan” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’emergenza Covid ha fatto affiorare sia il tema del necessario rafforzamento della sovranità alimentare del nostro Paese, sia l’esigenza di una progetto lungimirante e pragmatico per un modello di sviluppo sostenibile, a partire dal cibo”.