Glifosato, noto diserbante sistemico di post-emergenza non selettivo, è vietato in Italia nelle aree frequentate dalla popolazione o da “gruppi vulnerabili” quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie ma anche in campagna in pre-raccolta “al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura”. Questo quanto disposto dal decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016.
In attesa della decisione definitiva a livello comunitario è “necessario che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l’ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano proveniente dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta”.
E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al rinvio della decisione per rinnovare l’autorizzazione del glifosato al prossimo comitato del 6 novembre 2017 dopo che la Commissione ha constatato che non c’è il sostegno sufficiente per approvare la proposta della Commissione europea.
Il divieto di uso del glifosato deve essere ben evidenziato anche nell’ambito dell’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (CETA) dove al contrario si prevede invece l’azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato. Circa 1,2 miliardi di chili di grano sono infatti sbarcati lo scorso anno dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato.