11 Febbraio 2020

Furti e razzie: nei campi è Far West con danni per 300 mln euro

Furti e razzie nei campi si moltiplicano dalle arance alle olive, dalle mimose agli ortaggi fino al ritorno dell’abigeato. Quello che stanno vivendo molti agricoltori è una situazione da vero e proprio far west per un bottino stimato in 300 milioni di euro all’anno che finisce sul mercato nero ed alimenta i canali dell’abusivismo e dell’illegalità.

E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base del rapporto sulla criminalità in agricoltura nell’esprimere preoccupazione e cordoglio per la drammatica sparatoria in un agrumeto del Catanese, dove sono state uccise due persone e ferita gravemente una terza.

Gli agricoltori sono vittime di ogni genere di furti, dai prodotti agricoli alle attrezzature fino agli animali con una escalation di fenomeni criminali che colpisce e indebolisce il settore ma mette a rischio anche la salute dei cittadini con l’immissione sul mercato di prodotti non controllati o frutto della macellazione clandestina senza le necessarie garanzie sanitarie. Non si tratta più solo di semplici “ladri di polli” quanto spesso di veri criminali, che mettono a segno raid con sparatoria capaci di mettere in ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole.

La paura dilaga nei campi dove ci si sta organizzando con ronde e servizi di vigilanza notturni ma con il ripetersi di questi fenomeni molti imprenditori si stanno scoraggiando e addirittura non denunciano più le razzie.

Per combattere i furti nelle campagne sono entrate in gioco anche le nuove tecnologie, come l’installazione di sistemi Gps sui trattori e di impianti d’allarme collegati alla centrale dei Carabinieri o della Polizia. Anche le telecamere con visione notturna possono rappresentare un sistema utile da applicare.

In taluni casi si rendono necessari servizi di scorta e sorveglianza organizzati dagli agricoltori stessi. In parallelo all’aumento della criminalità nelle campagne si è sviluppata una strategia di contrasto al fenomeno con agricoltori organizzati sui social network per mettere in pratica i consigli dei Carabinieri o in gruppi di WhatsApp in cui scambiarsi informazioni e allertare gli iscritti in caso di presenze di auto o persone sospette.

Una attività che si affianca a quella delle forze dell’ordine impegnate nel pattugliamento delle zone rurali. Si tratta di lavorare per il superamento della situazione di solitudine invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio, ma anche incentivando l’utilizzo delle nuove tecnologie per favorire il controllo capillare del territorio e garantire la sicurezza dei cittadini che vivono nelle aree rurali.