E’ record storico per il Made in Italy alimentare sulle tavole delle festività di tutto il mondo con l’export di vini, spumanti, grappa e liquori, panettoni, formaggi, salumi ma anche caviale Made in Italy che solo per il periodo di Natale raggiunge i 4,4 miliardi di euro, in aumento dell’11%.
E’ quanto emerge da una proiezione Coldiretti su dati Istat del commercio estero relativa al mese di dicembre 2021. Ad aumentare a doppia cifra è il valore delle esportazioni di tutti i prodotti più tipici del Natale, dallo spumante (+29%) ai panettoni (+25%), ma ad essere richiesti sono anche il caviale Made in Italy, che fa segnare una crescita boom sui mercati internazionali con un +146%, e sempre più gettonate sono anche le paste farcite tradizionali del periodo freddo, come i tortellini (+4%). In salita pure la domanda di formaggi italiani che fanno registrare un aumento in valore delle esportazioni del 12%, così come quella di prosciutti, cotechini e salumi (+12%). A guidare la classifica di questo Natale all’estero è però lo spumante italiano, più forte anche delle difficoltà causate dalla pandemia sui mercati internazionali, tanto da trainare l’intero settore dei vini per i quali si segnala complessivamente un aumento del 15% in valore dell’export.
Mai così tanti brindisi come quest’anno nel mondo saranno, infatti, Made in Italy con la domanda che è cresciuta in valore del 42% in Usa, del 16% in Germania e del 12% persino in Gran Bretagna nonostante i problemi legati alla Brexit.
E le bollicine vanno forte anche in Francia, dove si registra un aumento degli acquisti del 19% che, abbinato all’aumento del 12% delle esportazioni di formaggi, testimonia come il cibo made in Italy abbia sfondato anche nella patria dello Champagne e del camembert. Ma le vittorie “in trasferta” dell’agroalimentare tricolore ormai non si contano più, dalla crescita della birra italiana (+10%) nella Germania dell’Oktorberfest a quella del caviale (+150%) nella Russia del beluga. Un trend che dimostra come l’agroalimentare italiano sia uscito dalla crisi generata dalla pandemia più forte di prima tanto da raggiungere a fine anno il record storico nelle esportazioni a quota 52 miliardi, il massimo di sempre, se il trend sarà mantenuto.
Il successo dell’export spinge anche il valore complessivo della filiera agroalimentare che nel 2021 è diventata la prima ricchezza dell’Italia, per un valore di 575 miliardi di euro con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente nonostante le difficoltà legate alla pandemia. Il risultato è che il Made in Italy a tavola vale oggi quasi un quarto del Pil nazionale e dal campo alla tavola vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.
Una rete diffusa lungo tutto il territorio che viene quotidianamente rifornita dalle campagne italiane dove stalle, serre e aziende hanno continuato a produrre nonostante le difficoltà legate al Covid, garantendo le forniture di prodotti alimentari sulle tavole degli italiani e di tutto il mondo.
“L’emergenza globale provocata dal Covid ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza” afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “l’Italia può contare su una risorsa da primato mondiale ma deve investire per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali”.