E’ primavera dopo un inverno che si classifica dal punto di vista climatologico come il quinto più caldo a livello planetario con una temperatura combinata della terra e della superficie degli oceani superiore di +0,90 gradi la media del ventesimo secolo.
Una conferma della tendenza al surriscaldamento viene anche dai dati dell’Europa dove la temperatura media dell’ultimo inverno è stata addirittura di 1,44 gradi superiore alla media della stagione 1991-2020 sulla base dei dati del sistema europeo Copernicus Climate Change Service (C3S) che evidenzia anomalie del clima nei diversi Paesi del Vecchio Continente.
In tutta Europa le temperature sulla terraferma dell’inverno e del 2022/2023 sono state prevalentemente superiori alla media con valori che in Gran Bretagna sono stati superiori di 0,2 gradi la media mentre in Germania l’anomalia è stata addirittura di 1,5 gradi. Una situazione che è stata accompagnata da scarse precipitazioni con l’allarme siccità che impatta sulle produzioni agricole come in Francia, dove con le alte temperature crescono le difficoltà per le produzioni di fiori da destinare ai raffinati profumi, alla Spagna dove per la mancanza di precipitazioni non ci sono le ghiande per alimentare i maiali destinati al prelibato Pata negra e a soffrire sono anche le esportazioni di ortofrutta.
In Italia l’inverno dal punto di vista climatologico è stato il quinto piu’ caldo dal 1800 con una temperatura superiore di 1,21 gradi la media storica ma l’anomalia è addirittura di 1,38 gradi in più al nord dove si registra peraltro una storica siccità, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr.
La mancanza di precipitazioni sta condizionando le scelte delle aziende agricole che si stanno spostando da mais e riso verso colture come soia e frumento. Per le semine del riso si stima un taglio di 8mila ettari e risultano al minimo da 30 anni. Sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ed i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello.
Il caldo fuori stagione ha stravolto completamente i normali cicli colturali e di conseguenza anche le offerte stagionali presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno con l’arrivo delle gustose primizie, dagli asparagi alle fragole, dai piselli alle fave, dai carciofi alle zucchine.