A tagliare la produzione alimentare insieme alla crisi dei consumi ha contribuito anche la costante allerta maltempo, con un crollo del 35% per raccolto di olio di oliva, del 15% per il vino fino al 4% del grano duro destinato alla pasta.
E’ quanto emerge da un’ analisi Coldiretti a commento dei dati Istat sulla produzione industriale a settembre, che fa segnare una riduzione dello 0,4% per l’alimentare, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Ad essere colpiti sono stati un po’ tutti i prodotti-simbolo dell’autunno e se la vendemmia rischia di classificarsi come tra le più scarse degli ultimi 64 anni, con una produzione di vino Made in Italy che potrebbe scendere fino a 41 milioni di ettolitri, la produzione italiana di olio di oliva è crollata attorno alle 300mila tonnellate.
E’ allarme anche per la produzione italiana di pasta a causa dell’eccessiva dipendenza dell’industria nazionale per l’acquisto di grano duro dall’estero da dove arriva circa il 40% del fabbisogno, perché non si è avuta la lungimiranza di investire sull’agricoltura nazionale. Se in Italia i raccolti di frumento duro hanno subito una leggera flessione (-4%), un calo consistente del 10% si è verificato nell’Unione Europea, ed un vero e proprio crollo del 27% si è registrato in Canada, che è il principale fornitore dell’Italia. Complessivamente, secondo le stime dell’International Grains Council, la produzione mondiale dovrebbe attestarsi sui 34 milioni di tonnellate (-15%). Anche per il raccolto nazionale di pomodoro da conserva per preparare polpe, passate e pelati da condimenti, si registra un calo delle rese per ettaro e la produzione rimane in linea con la media stagionale degli ultimi cinque anni, solo perchè si registra un aumento delle superfici coltivate.
Cattive notizie anche sul fronte dell’ortofrutta: se per alcune varietà le raccolte rimangono ancora da completare o non sono ancora partite, si stima un calo della produzione complessiva rispetto allo scorso anno.
Per le castagne siamo addirittura al minimo storico, con una produzione nazionale ben al di sotto dei 18 milioni di Kg registrati lo scorso anno e pari ad appena 1/3 di quella di 10 anni fa.