Alimentare - Nei distretti si realizza ben il 40% dell’export agroalimentare Made in Italy che ha raggiunto nel 2021 il massimo di sempre con un valore di 52 miliardi. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla base dell’ultimo Monitor di Intesa Sanpaolo che evidenzia il successo dei 50 distretti agroalimentari presenti in Italia. Un risultato ottenuto nonostante le difficoltà provocate dalla pandemia con le chiusure della ristorazione nei diversi continenti che hanno avuto un effetto a valanga sulle aziende fornitrici di cibo e bevande.
Il legame con il territorio è il vero valore aggiunto del Made in Italy a tavola con i distretti agroalimentari di qualità che esprimono sistemi produttivi locali, anche a carattere interregionale, caratterizzati da significativa presenza economica e da interrelazione e interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agroalimentari, nonché da una o più produzioni certificate e tutelate.
L’Italia è leader europea per la qualità con il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (316), 526 vini Dop/Igp e 5.333 prodotti alimentari tradizionali, il primato nel biologico con 70mila operatori, e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. Il Belpaese è il primo produttore Ue di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi.
E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.