28 Gennaio 2021

Agromafie: primato su energie rinnovabili fa gola a criminalità

Agromafie, non più solo la ristorazione ad attrarre adesso anche il settore ambientale che rappresenta un’area privilegiata di interesse della criminalità per fare business con la sottrazione di vaste aree agricole per la cementificazione selvaggia e manovre speculative sulle cosiddette “energie rinnovabili”, quali i sistemi fotovoltaico, eolico e delle biomasse per i rilevanti incentivi economici previsti. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’operazione della Guardia di Finanza di Pavia, con i carabinieri Forestali e del Comando provinciale nell'ambito di una maxi truffa nel settore delle energie rinnovabili.

Il fenomeno delle “agromafie” è cresciuto per raggiungere un fatturato di 24,5 miliardi anche grazie agli investimenti in ambiti complessi e articolati, che vanno dall’alimentare all’ambiente. Crescono, infatti, gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore del cibo che è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone.

Il sistema criminale originato nelle radici antiche delle mafie del latifondo si è nel tempo rigenerato in forme moderne che riguardano anche la svolta green delle energie rinnovabili sostenute dalla stessa Unione Europea con il NextGenerationEu per contrastare i cambiamenti climatici.

L’Italia è primo tra i big in Europa per ruolo delle energie rinnovabili sul totale del consumo energetico con una percentuale del 18,3%, secondo l’ultima analisi Coldiretti/Symbola. L’Italia vanta un totale di 822.301 impianti fotovoltaici in funzione nel 2018 per una potenza totale di 20.108 MW ed inoltre è il quarto produttore mondiale di biogas con oltre duemila impianti operativi (di cui circa il 77% con residui di origine agricola) per un totale di oltre 1.440MW elettrici installati.