19 Luglio 2017

Agricoltura e clima: il 2017 è il secondo anno più caldo di sempre

Agricoltura e clima sono tematiche molto dibattute in questo periodo. Il 2017, infatti, è stato dichiarato il secondo anno più caldo del pianeta. La temperatura sulla superficie della terra e degli oceani è superiore di 0,91° rispetto alla media del ventesimo secolo. Un risultato determinato dal fatto che dall’inizio dell’anno ogni mese si è classificato sul podio del più caldo da 138 anni. Il 2017 si è aperto infatti con il mese di gennaio che si è classificato a livello globale come il terzo più caldo dall’inizio delle rilevazioni con febbraio, marzo, aprile e maggio che si sono invece classificati tutti al secondo posto, mentre giugno al terzo posto. Si tratta della conferma della tendenza al surriscaldamento del pianeta.

Le anomalie sono evidenti anche in Italia dove la primavera 2017 - dal punto di vista meteorologico - è stata la seconda più calda dal 1800, con +1,9 gradi, ma a giugno lo scarto è stato addirittura di +3,2 gradi, secondo il Cnr. Se il 2015 è stato in Italia l’anno più bollente della storia dall’inizio delle rilevazioni nel 1800, nella classifica degli anni più caldi nel nostro Paese ci sono nell’ordine il 2014, il 2003, il 2016, il 2007, il 2012, 2001, poi il 1994, 2009, 2011 e il 2000. Per quanto riguarda il discorso che riguarda agricoltura e clima, gli effetti dell’andamento climatico anomalo di quest’anno si fanno sentire in campagna con circa due miliardi di perdite provocate alle coltivazioni e agli allevamenti, tra siccità, incendi e violenti temporali.

Una fotografia, quella appena descritta, che conferma l’importanza dell’accordo siglato alla Conferenza sul clima di Parigi, ora messo in preoccupante discussione. Agricoltura e clima sono imprescindibili: l'agricoltura, infatti, è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma è anche il settore più impegnato per contrastarli"  ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo "si tratta però di una sfida per tutti che può essere vinta solo se si afferma un nuovo modello di sviluppo, più attento alla gestione delle risorse naturali e con stili di vita più rispettosi dell'ambiente nei consumi, a partire dalla tavola".