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Agricoltura e vino: dicono che qui a Roasio, l’abbiano introdotto addirittura i popoli celtici, commerciando con etruschi e liguri; di certo, oggi, i nostri Nebbioli sono una grande bandiera del territorio in Europa. Ed è affascinante, perché molte imprese agricole, al di qua e al di là del fiume che separa le province di Vercelli e Novara, proprio in questi anni stanno vivendo un importante passaggio generazionale. Noi giovani siamo pronti a raccogliere la sfida, a promuovere il nostro vino nel mondo, consapevoli che, con esso, si imbottiglia e si comunica un intero territorio.
Poi c’è il riso. Anch’esso ha una storia lunga nella mia provincia, Vercelli. Quando è arrivato? Chi lo ha portato? Chissà...
Di certo lo si conosce e utilizza da almeno otto secoli e, ancor oggi, è identità, essenza e motore economico della agricoltura di queste terre. La mia impresa produce vino, su 10 ettari, e riso, su 5,20. Siamo parte del circuito di Campagna Amica, perché crediamo nella vendita diretta: questo è molto importante, dal momento che i consumatori hanno modo di toccare con mano il lavoro e le tecniche di produzione e trasformazione. Come ho detto, oltre a produrre un alimento, l’imprenditore in agricoltura è comunicatore del suo territorio: per il riso, ciò significa valorizzare la qualità unica del prodotto italiano, il migliore in assoluto. Come unico, beninteso, è il ruolo dell’italianissimo risotto nel mondo.
Così è anche per il vino: il Bramaterra, ad esempio, l’antico vino dei canonici. E’ il vino che evidenzia grandemente i nostri quattro vitigni autoctoni a bacca rossa, Nebbiolo, Vespolina, Uva Rara e Croatina. E poi il Coste della Sesia, altro prodotto a denominazione di origine controllata.
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La decisione di puntare sulla agricoltura è maturata anche nella scelta dell’indirizzo di studi, ovvero l’Istituto Agrario: oggi sono sempre più contento della scelta che ho fatto. Ogni giornata è diversa, c’è sempre molto da fare, dipende dalle stagioni: potare la vigna, preparare e controllare la risaia, sistemare gli argini; poi le semine e il periodo di vendemmia e raccolta. Infine ci sono loro, tutti i nostri clienti da accogliere, e quello è sempre un grande piacere.
Oggi produciamo circa 40 mila bottiglie ma, tra sei o sette anni, dovrebbero raddoppiare. Lo spero e ci credo: sì, l’obiettivo è quello di ingrandirci, di affiancare una mia azienda agricola – il Podere Monolo - a quella creata dal nonno, che si chiama La Ronda. In realtà è stato mio padre a trasformare quei terreni, dove si faceva vino per passione, in un’impresa agricola che è oggi apprezzata per come lavora e per la qualità che assicura. Oggi si continua su quella strada, intensificando anche le lavorazioni a Km 0: il prossimo passo importante, sarà la trasformazione diretta del nostro riso, ci arriveremo a breve.
Sono contento di essere imprenditore e di lavorare in agricoltura, sono contento di essere con Coldiretti, che svolge un’importante azione di supporto e formazione: con i ragazzi di Giovani Impresa si è creato un bel gruppo, affiatato. E’ bello condividere esperienze, è bello che siano tanti giovani, oggi, a riscoprire il buono di un’agricoltura che diventa vita, un unico stile di vita.