Giovani Imprenditori

I nostri giovani si raccontano

8 Maggio 2017

Agricoltura e allevamento: la Storia del giovane Mattia

Barcis

lamantova@gmail.com

340/8171177

Agricoltura e allevamento tra passione e dedizione: la Storia di Mattia inizia a 14 anni, quando trascorre le vacanze in malga, qui impara a fare il formaggio. Inizia poi a gli studi professionali e diventa meccanico, ma nonostante tutto la passione è più forte e neppure l’impresa edile di papà e dello zio riescono a convincerlo perché Mattia vuol fare l’allevatore e il sogno in poco tempo diventa realtà. Nel 2012, a poco più di vent’anni, nasce la sua impresa: l’azienda agricola La Mantova, denominazione dalla località in cui si trova l’edificio. Recupera una struttura, realizza la stalla e il laboratorio di trasformazione, parte con lo spaccio vendita di Campagna Amica e poi un altro laboratorio dedicato alla lavorazione carni. I prodotti tipici dell'azienda di Mattia in poco tempo conquistano i turisti. Formaggi affumicati o stagionati sul fieno, i salumi tra cui la Pitina Igp. Nel 2017 l’avvio dell’agriturismo. Questa è la fotografia della passione e della vita professionale di Mattia Boz, giovane di 26 anni con le idee molto chiare: realizzare il suo progetto. Le premesse ci sono tutte perché in pochi anni ha avviato il suo modello di azienda che lui definisce amisura d’uomo”. L’azienda si trova a Barcis, una località di montagna a 400 metri sul livello del mare, il comune più piccolo per popolazione residente della provincia di Pordenone. Mattia ha desiderato di restare in questo territorio, nonostante lo spopolamento e malgrado i giovani siano davvero pochi. L’azienda è posta a ridosso del monte Lupo, da dove si vede il lago di Barcis che da il nome al paese. Appena sotto c’è il campeggio che d’estate anima la zona e da dove passa la pista ciclabile che porta in paese e perfino nel paese accanto di Andreis, mentre i sentieri conducono ai bivacchi Molassa o alla Baita Montarezza.

Boz_mantovana

La produzione è esclusivamente aziendale. Mattia fa sperimentazione rispettando la tradizione. Il classico formaggio latteria, le caciotte miste con erbe, la specialità formaggio stagionato sotto il fieno, il caprino, la ricotta affumicata e fresca, fino allo stracchino che acquisisce un gusto particolare specialmente d’estate. Infatti in questo periodo le vacche dalla stalla partono per il pascolo e le caratteristiche del latte diventano uniche. Questo vale anche per le capre che pascolano tenendo pulito anche il territorio circostante. “Certo –commenta Mattia- un grande sforzo è stato fatto proprio sulla manutenzione dell’area circostante all’azienda e non solo. Qui era tutto un po’ abbandonato e quindi la mia presenza è stata utile nella salvaguardia dell’ambiente recuperando pascoli che erano stati invasi dalla vegetazione”. La presenza dell’uomo che tutela l’ambiente. L’agricoltura che favorisce il turismo e diventa attrattiva. “D’estate – racconta il giovane imprenditore- l’azienda è meta di tantissimi turisti. Arrivano quotidianamente per acquistare i prodotti aziendali, per vedere gli animali”. Basta buttare l’occhio per capire la passione di Mattia. Oltre ai capi allevati per la produzione, tanti sono gli animali tipici di una fattoria, tutti liberi che diventano una vera a propria attrazione soprattutto per i più piccoli. L’azienda d’estate si trasforma. È un vero e proprio richiamo. E Mattia non lesina di guidare i turisti spiegando come si svolge la vita di un giovane allevatore di montagna. E per i più piccoli anche delle brevi ma interessanti lezioni sull’antico mestiere dell’allevatore. Di chi ha saputo tramandare tradizioni e valori.

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La Pitina è proprio una di queste. Un salume ottenuto con un impasto di carne di capra a cui va aggiunto un po’ di grasso di maiale che prende la forma di una grande polpetta avvolta da farina di mais per polenta. Recentemente questo prodotto tipico della vallata ha ottenuto il riconoscimento Igp. Altri sono i prodotti della norcineria aziendale come il salame, il cotechino, la pancetta, la sopressa, l’ossocollo, la lonza e il guanciale. A questi prodotti va aggiunta la farina per polenta ottenuta coltivando un mais antico denominato “cinquantino”, così come i fagioli, anch’essi frutto di un seme tramandato dalle famiglie locali. Biodiversità che con il valore aggiunto del microclima, delle peculiarità del territorio, il lavoro e la dedizione di un giovane intraprendente sono un patrimonio che va custodito.

Boz_salumi

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