Trentadue chilometri di autostrada che tagliano un territorio la cui urbanizzazione é senza soluzione di continuità. Un mostro devastante agli occhi di molti, un'opportunità per l'impresa agricola che dai momenti peggiori, lungo l'arco della sua storia, ha saputo cogliere il meglio. Il passante verde si é fatto strada. E' avvenuto in passato, riaccade oggi. C'ha pensato l'impresa agricola a restituire speranza ai bambini che crescono, alla gente che vive e lavora intorno al Passante di Mestre. E il progetto prende il nome di passante verde, un'opera di mitigazione, un cuscinetto che si incunea tra la vita normale e un'opera faraonica, aggiungendo uno dietro l'altro tanti tasselli verdi che oggi compongono il riscatto di un territorio, del suo turismo delle sue attività commerciali ed imprenditoriali. E l'opera si compone di barriere, alberi al alto fusto, dune, parchi, giardini, in una uniformità naturale che ristabilisce un equilibrio tra natura ed uomo, tra un divenire dinamico e un quotidiano che merita attenzione e sensibilità. Un sito internet conduce alla ricerca di tutte le potenzialità che pullulano attorno al passante: agriturismi, imprese agricole dedite alla vendita diretta, luoghi di svago e di ristoro sottolineando l'importante ruolo svolto dall'universo del florovivaismo che in questa occasione si é giocato una partita avvincente di riconosciuto successo. Oggi un'opera italiana ed internazionale ha un'anima verde e su un territorio stretto nella morsa dell'industria pesante e delle faraoiniche opere infrastrutturali, soffia un vento nuovo. Anche l'impresa agricola ha un'autostrada.