Dal mare alla tavola nel breve tempo di una intuizione, ripopolare le specie autoctone per una impresa che guarda al territorio Se nelle tavole dei residenti, fino ad oggi, sono arrivati pesci anche dall'Asia, come il Pangasio del Mekong o il Persico del lago Vittoria, l'azienda Fiorelli intende dare una svolta a questa tendenza e ripopolare le specie autoctone. Così nasce un nuovo impianto di acquacoltura che destinerà parte del prodotto ittico per il ripopolamento delle acque di San Vincenzo e parte per le mense ed il mercato locale. Protagonisti di questo progetto sono i pescatori locali. Mentre la filosofia che convince é quella del chilometro zero. In tutto sono 4 gabbie con 40-60mila pesci, per un massimo di venti mila per ogni gabbia, anziché centoventimila, come avviene per gli allevamenti intensivi e industriali. Nicolò non intende mettere in acqua né una barca in più, ma ottimizzare il lavoro delle imbarcazioni dei pescatori che già operano in queste acque. Parte del prodotto viene destinato alle tavole della Val di Cornia e parte sarà liberato nel mare. Questi i tasselli di un progetto che mette insieme impresa e società e che guarda al territorio per allargare ed estendere l'orizzonte dei benefici di una idea di successo. Orata, Branzino e Lombrino, tre assi nella manica per un impresa che vuole portare il mare ad ogni vicino di casa. Insomma dal profondo blù arriva una risposta alla cultura dell'alimentazione: in Val di Cornia si punta alla tipicità e all'innovazione. Sito web: