Fare impresa agricola in alta montagna significa sfidare continue avversità. Raggiungere i propri campi non è gioco semplice, a volte è impossibile, così come provare a portare turismo per i percorsi del gusto, garantire il giusto benessere al proprio bestiame, avendo abbeveratoi lungo i percorsi dei pascoli o ancora contenere i dissesti, le frane, garantendo le vie di comunicazione. Un progetto integrato territoriale dell’alta montagna Pistoiese mette insieme ricerca universitaria, competenze tecniche e amministrative con il coinvolgimento degli enti e imprese agricole, per circa 40 soggetti, e disegnano la protezione della montagna con un milione di euro stanziati dalla Comunità europea, cofinanziato dal Piano di sviluppo rurale della Toscana. Significa salvare le imprese di questi giovani, contenere lo spopolamento di queste comunità e favorire il turismo in quota. La sentieristica viene realizzata per permettere di raggiungere i propri terreni e favorire attività di trekking, i muretti a secco, con le abilità artigiane del territorio, sono l’argine contro le frane che bloccano ogni attività, i laghetti diventano una sorgente per gli abbeveratoi per gli animali e vengono ripristinate le zone paludose. Sull’Abetone c’è l’abbraccio generoso di una comunità; qui si salva la montagna e si da futuro alle imprese agricole dei giovani. Le opere realizzate e le ricerche agronomiche e sociali da parte dell’Università di Firenze hanno una ricaduta economica immediata e prospettica. Il progetto è un proficuo esempio di resilienza, dove gli elementi ambientali, economici si tengono insieme con l’impatto sociale: preservando ambiente e favorendo sviluppo economico.