Tutto ha inizio nel vortice della pandemia, che particolarmente per i ragazzi di Arezzo Autismo ha evidenziato il bisogno di relazione e confronto con le persone, ma anche con la natura. Si scoprono così potenzialità inespresse che diventano esperienze sorprendenti, in grado di restituire gioia e benessere alle persone. I ragazzi insieme a chef Shady e a chef Andrea Ballarotta hanno avuto modo di apprendere tecniche di cucina, educazione al gusto e al palato, capacità di selezionare i prodotti grazie agli imprenditori agricoli. Inseriti in una brigata di cucina, hanno conquistato margini di autonomia, capacità di mettersi all’ascolto, sostegno a chi collabora nel progetto. E ancora una passione coltivata che può trasformarsi in qualcosa di molto interessante per il futuro di questi giovani. Una volta rientrati in famiglia hanno ripetuto le pratiche acquisite, sorprendendo per le abilità maturate, per la capacità di gestire una padella, le erbe aromatiche, gli impasti o il servizio a tavola, e soprattutto per la passione impiegata e la vitalità ritrovata. Non ci sono dunque solo i percorsi assistenziali e sanitari attorno alla malattia, ma relazioni, esperienze possibili e coinvolgenti da vivere. Al termine del progetto i ragazzi hanno ricevuto un attestato riconosciuto, di haccp per il primo step di manipolazione degli alimenti. Questa è la vera innovazione che li rende autonomi nella competenza manuale consentendo loro infatti di poter lavorare nella cucina di un agriturismo o di un ristorante.