Le storie di Giovanni e di chef Armando si sono incrociate nel gusto dolce di un liquore. Lui giovane agricoltore dà una svolta alla tradizione agricola di generazioni e converte i terreni in un allevamento di pregiate lumache, ideando una razza autoctona. Lui diventa chef per un patto di pace in un territorio nel quale è difficile dire di no. Da piccolo il padre gli chiese di fare il pizzaiolo dopo la separazione con la madre. Lui dice si: «a patto che fai pace con la mamma». Da qui i primi passi di una carriera che lo farà combattere contro la minaccia della mafia per reinventarsi, giorno per giorno, alla scoperta della strada giusta. Nella vita, come a tavola. Proprio come accade con il liquore.
Il liquore, dopo i sughi, i formaggi, i sottoli e i cosmetici di lumaca, è l’ultima frontiera dell’impresa. La ricetta è quella della nonna, naturale, senza aggiunta di conservanti e fatta in casa. Il gusto? Di quelli che catturano. Persistono al palato, con i tempi lenti della lumaca. In bocca è un esplosione di dolcezza e natura.
Giovanni e chef Armando hanno un’alchimia in laboratorio: «Siamo gli unici a conservare a lungo i trasformati di lumaca, perché siamo i soli ad essere riusciti a rendere la lumaca durevole, visto che la sua bava continua a prodursi anche dopo la morte dell'animale determinando così la scadenza del prodotto»