Una felice scoperta ha reso protagonista l'Università di Napoli e ha trasformato il destino di un frutto messo ai margini, per essere forse la più brutta tra le mele. "Ma anche la più buona". E' pronto a giurarlo Giuseppe Giaccio, presidente del consorzio Mela Annurca Campania Igp. E non soltanto per il gusto straordinario che ha. Quanto per i benefici che è in grado di trasmettere. E' forse l'unica mela a poter vantare duemila anni di storia: oggi però di storia ne avvia un'altra e riguarda la salute.
Il professore Ettore Novellino, Preside della Facoltà di Farmacia dell'Università Federico II, di Napoli, insieme ai suoi ricercatori, ha scoperto che il fitocomplesso presente nella mela annurca abbassa il livello di colesterolo del 25% e alza il 'Dhl', ovvero la parte buona, del 45%. Sono stati studiati pazienti con colesterolo sopra la media, ma non fino al punto di mettere a rischio i propri organi. I risultati sono sorprendenti: questa mela è pura prevenzione. Trasformata in neutracetico, insomma in capsule, ha un risultato simile alle statine, spiega Novellino. Ma è anche in grado di bloccare la fase catagen del bulbo pilifero, ovvero la morte programmata del bulbo. Per cui "arresta la caduta dei capelli e, a chi ce l'ha, crescono con più vigore".
Si tratta di un frutto autoctono la cui presenza è riscontrata in alcuni dipinti risalenti a due mila anni fa in Campania. Comparata con altre mele, ha una inibizione maggiore sul colesterolo. Oltre alle capsule, di cui ognuna contiene il valore di 3 Mele Annurca, si trasforma anche in succhi di frutta, mousse e purè. Oppure in liquori, mentre in mano agli chef diventa arricchimento di piatti dolci e salati. Questo frutto dall'albero, non finisce direttamente in tavola passando dalle celle frigorifere. Ma viene adagiato e coccolato su letti di paglia da mani sapienti, fino a quando non avrà raggiunto il suo colore rosso. Che non la rende la più bella tra le mele. Ma sicuramente la più buona al palato e all'organismo.