26 Giugno 2025

I risultati del workshop “la pac che vorrei”, ecco le 5 visioni territoriali

Grazie alla partecipazione attiva e appassionata dei territori, ed a seguito della conclusione de “La PAC che vorrei”: un ciclo di incontri, ascolto e confronto che ha coinvolto giovani imprenditori agricoli da tutta Italia, abbiamo ora a disposizione un’analisi ricca di spunti, idee e priorità per contribuire a una nuova visione della PAC, più vicina ai bisogni reali dell’agricoltura italiana.

I RISULTATI DELL’ASCOLTO: una PAC, cinque visioni territoriali
L’analisi dei venti dossier regionali ha fatto emergere una geografia delle priorità PAC molto più articolata di quanto possa apparire. Dividendo il Paese in cinque macro-aree (Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud, Isole), si delinea una visione plurale che intreccia le quattro dimensioni strategiche della PAC con i contesti socioeconomici locali.

Di seguito le principali evidenze emerse:

  • Nord Ovest → Continuità tra sostegno diretto e ricambio generazionale, con attenzione crescente alla digitalizzazione.
  • Nord Est → Cooperazione e filiera come strumenti di competitività; innovazione già integrata nei territori.
  • Centro → Equilibrio tra assi strategici, con focus su resilienza ambientale e gestione del rischio.
  • Sud → La PAC come infrastruttura di coesione sociale e leva per il rilancio delle aree interne.
  • Isole → La PAC come strumento di transizione verde e superamento dell’isolamento logistico.

📌 Una PAC differenziata, innovativa e inclusiva
Dal Nord al Sud, il ricambio generazionale è la costante trasversale, ma declinata secondo modelli diversi: modernizzazione, coesione, resilienza o transizione. L’AKIS assume ruoli diversi, dal trasferimento tecnologico alla cooperazione territoriale. Lo sviluppo rurale diventa la chiave per rileggere la sostenibilità in tutte le sue forme.

Per rendere la PAC sempre più efficace e ancorata ai territori i giovani di Coldiretti hanno fatto emergere che servirebbe:

  • Rafforzare le misure per i giovani agricoltori;
  • Estendere e potenziare gli strumenti AKIS;
  • Equilibrare redistribuzione e interventi strutturali;
  • Sostenere modelli integrati di sviluppo rurale in ottica differenziata.

Solo grazie ad una governance partecipata e attenta alle specificità locali si potrà dare pieno valore a una PAC che sia davvero un moltiplicatore di resilienza territoriale.