Estesa la nuova garanzia Ismea per sostenere le imprese agricole strette tra caro gasolio e materie prime che mettono a rischio la produttività dei raccolti Made in Italy e le forniture alimentari dei cittadini. A darne notizia è Coldiretti, in occasione dell’avvio dell’operatività entro fine giugno del decreto legge n.50 del 17 maggio 2022, articolo 20, che ha previsto la nuova garanzia U35 per i finanziamenti a favore delle imprese agricole, della pesca e acquacoltura che hanno subito aumenti di costi energetici e delle materie prime nel 2022.
La misura U35 di Ismea viene accordata in via automatica con modalità analoghe a quelle già sperimentate per le operazioni L25 Covid - coprirà al 100% operazioni di credito su finanziamenti dall’importo complessivo uguale al totale dei costi di energia, carburanti o materie prime sostenuti nel 2021, fino ad un massimo di 62 mila euro.
L’aumento dei costi energetici e delle materie prime spinto dalla guerra in Ucraina ha determinato l’impennata dei costi di produzione - per l’insieme delle aziende agricole. Il risultato è che più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo le elaborazioni del Crea.
Uno tsunami che si è infatti abbattuto sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci. A pesare sul settore è anche l’aumento del costo dei fertilizzanti, che in un anno è più che raddoppiato. In particolare è che l’urea è balzata a 1.100 euro a tonnellata contro i 540 euro a tonnellata dello scorso anno, secondo Cai – Consorzi Agrari d’Italia, mentre il perfosfato è passato da 185 agli attuali 470 euro/tonnellata e i concimi a contenuto di potassio sono schizzati da 455 a 1005 euro/tonnellata. I prezzi dei fertilizzanti sono aumentati dopo le sanzioni contro le aziende bielorusse che producono potassio e l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia che ha gettato nel caos una grossa fetta delle forniture globali. Si stima che Russia e Bielorussia costituiscano circa il 40% della produzione globale di potassio mentre la Russia produce circa il 20% dell’azoto mondiale.