Dai ladri di polli, ai raid della criminalità organizzata con furti di intere mandrie e carichi di extravergine, intere cantine di vino svuotate, ma anche attrezzature e trattori fatti sparire su commissione da bande specializzate dei Paesi dell’Est. E’ quanto è emerso alla presentazione del quarto Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, dal quale si evidenzia un salto di livello nei furti ai danni delle aziende agricole e degli allevamenti.
La criminalità organizzata colpisce le campagne, dove i coltivatori sono costretti a far scortare le proprie olive per difenderle dai raid criminali, ma sotto attacco sono anche gli alveari con le api, lasciati incustoditi nei prati e gli animali al pascolo o nelle stalle tanto che vengono anche organizzate ronde tra agricoltori. Per combattere i furti sono entrate in gioco anche le nuove tecnologie come l'installazione di sistemi Gps sui trattori e di impianti d'allarme collegati alla centrale dei Carabinieri o della Polizia.
Nelle aziende agricole sono stati ben 2.570 i furti di attrezzature agricole e trattori e 490 casi di abigeato, secondo le rilevazioni dei Comandi Territoriali dei Carabinieri nel 2015.
Nelle regioni del Sud Italia il furto di dotazioni agricole si mostra con particolare prepotenza nel 2015 (2.020), mentre al Centro i valori si attestano rispettivamente a 414, e al Nord a 136.
Nelle regioni centrali vi è una più alta incidenza di reati di abigeato con 277 casi nel 2015, laddove al Sud le cifre calano rispettivamente a 181 casi e, contestualmente, aumenta il numero delle persone segnalate all’Autorità giudiziaria a 24 nel 2015, a fronte delle 13 del Centro.
La criminalità organizzata che opera nelle campagne, incide più a fondo nei beni e nella libertà delle persone, perchè a differenza della criminalità urbana, può contare su un tessuto sociale e su condizioni di isolamento degli operatori e di mancanza di presidi di polizia immediatamente raggiungibili ed attivabili.
Si tratta dunque di lavorare per il superamento della situazione di solitudine, invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio, ma anche incentivando il ruolo delle associazioni di rappresentanza attraverso il confronto e la concertazione con la Pubblica Amministrazione, perché la mancanza di dialogo costituisce un indubbio fattore critico nell'azione di repressione della criminalità.