La crisi economica di cui sta soffrendo l’Italia, sta portando conseguenze anche per quanto riguarda i consumi e quindi una sana e corretta alimentazione: la spesa alimentare, infatti, sta subendo un’importante battuta d’arresto. Gli italiani hanno iniziato a praticare diversi tagli, anche sui cibi: in molti dei casi si preferisce acquistare low-cost attraverso la rete di discount che sta ottenendo sempre maggior successo, oppure si risparmia preferendo congelare il cibo fino addirittura a non buttarlo: si calcola che più di otto italiani su dieci (81%) non buttano il cibo scaduto con una percentuale che è aumentata del 18% dall’inizio del 2014. Lo afferma Coldiretti sulla base del rapporto 2014 di Waste Watcher Knowledge for Expo, nel sottolineare che la situazione dei consumi si è aggravata nel 2014, dopo che l’Istat ha evidenziato che nel 2013 il 65% delle famiglie ha ridotto la qualità o la quantità del cibo acquistato.
Sempre secondo l’Istat gli acquisti di prodotti alimentari nel 2013 sono diminuiti del 3% dall’inizio della crisi nel 2008, ma è nel 2014 che si è toccato il fondo con le famiglie che hanno detto addio ad alcuni degli alimenti fondamentali della dieta mediterranea: dalla pasta (-5 %) all’extravergine (-4 %); dal pesce (-7 %) alla verdura fresca (-4 %). Prima di tagliare sul cibo, gli italiani avevano già provato a risparmiare rinunciando soprattutto ad acquistare quei beni ritenuti non essenziali, che comprendono abbigliamento e calzature, ma poi hanno iniziato a tagliare anche sul cibo con un crollo record del 2 % della spesa alimentare primo bimestre del 2014, rispetto all’anno precedente.
Una speranza viene per la seconda parte del 2014 per l’arrivo del bonus di 80 euro in busta paga per alcune categorie di dipendenti, che dovrebbe avere effetti soprattutto sulla spesa alimentare, che ha una incidenza rilevante su questi lavoratori.