Come è già stato argomentato nelle settimane precedenti, la crisi economica ha avuto conseguenze, anche drastiche, su diversi livelli compreso quello alimentare. La famosa spesa al supermercato, è stata sostituita da quella fatta nei discount che si stanno espandendo a macchia d’olio e fanno registrare un aumento significativo dei prodotti a basso costo, mostrando l’avanzamento di una tendenza che nella maggior parte dei casi è sinonimo anche di bassa qualità. La famigerata dieta mediterranea, quella cioè composta da pasta, pane, carne, pesce, olio extravergine d’oliva e, soprattutto, frutta e verdura non è (quasi) più contemplata.
Secondo un’analisi della Coldiretti, infatti, i prodotti base del buon cibo italiano, non solo non sono quasi più presenti sulle tavole degli italiani, ma sono quelli che hanno maggiormente subito il taglio della spesa alimentare, che in media è stato pari al 2% e non ha risparmiato nessun prodotto della tavola. L’unico prodotto in netta controtendenza con quanto appena affermato, il vino: il nettare di Bacco, infatti registra un aumento della spesa del 3%.
Una spending-review del carrello che però non giova alla salute degli italiani: la dieta mediterranea, infatti, è conosciuta anche come vero e proprio elisir di lunga vita; nel corso del tempo, infatti, le persone che hanno superato i 100 anni sono letteralmente raddoppiate e, sempre grazie all’equilibrio tra proteine e carboidrati della cucina del Bel Paese, gli uomini e le donne nostrane sono le persone più longeve al mondo.
E’ chiaro che questo drammatico calo di prodotti alimentari è molto preoccupante, soprattutto perché a farne le spese sono soprattutto i nostri bambini che consumano minori quantità di verdura, ma soprattutto di frutta. Quanto appena riportato, è un dato in netta controtendenza con quanto stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo cui bisognerebbe mangiare più volte al giorno frutta e verdura fresche, per un totale di almeno 400 gr a persona, al giorno.