Frontiere aperte e via libera tra regioni rappresentano una spinta importarne per la ripresa del turismo a partire da giugno. Sono oltre 9,4 milioni i viaggiatori stranieri che lo scorso anno hanno varcato le frontiere e scelto il mese di giugno per fare un vacanza in Italia sui quali però ora grava una pesante incognita per i vincoli posti da diversi Paesi e per le preoccupazioni e la crisi causate dall'emergenza sanitaria. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Bankitalia in occasione dell’apertura delle frontiere nazionali senza bisogno di quarantena ai cittadini europei a partire dal 3 giugno mentre occorrerà attendere il 15 giugno per quelli che giungono da fuori dei confini comunitari.
Se per la presenza straniera in Italia c’è una forte preoccupazione come dimostra il via libera condizionato dell'Austria, la speranza viene riposta sui 7 milioni di italiani che scelgono il mese di giugno per andare in vacanza che quest’anno per la stragrande maggioranza sarà Made in Italy grazie al via libera agli spostamenti tra Regioni.
Infatti il 40% di italiani che preferiva viaggi all'estero potrebbe decidere, per forza o convinzione, di rimanere nel Belpaese. Una opportunità per il turismo nazionale dopo che durante gli ultimi tre mesi ammontano a 81 milioni le presenze turistiche, italiane e straniere, perse per effetto del lockdown che ha azzerato i flussi dei viaggiatori da marzo a maggio con la perdita di importanti occasioni di vacanza tra le festività di Pasqua, Festa della Liberazione, 1 maggio e Pentecoste, rilevante soprattutto per gli arrivi dall’estero.
L’impatto economico del blocco delle frontiere fra marzo, aprile e maggio è stato drammatico con l’azzeramento della spesa turistica nel trimestre e una perdita stimata dalla Coldiretti in quasi 20 miliardi di euro per l’alloggio, la ristorazione, il trasporto e lo shopping. A pagare il conto più salato è l’alimentare con il cibo che è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa 1/3 della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche. La ripartenza turistica della ristorazione si ripercuote a valanga sul sistema produttivo industriale ed agricolo, Made in Italy, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. Il cibo è diventato il vero valore aggiunto della vacanza Made in Italy con l’Italia che è leader mondiale incontrastato nel turismo enogastronomico grazie al primato dell’agricoltura più green d’Europa con 299 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche e il primato della sicurezza alimentare mondiale.