Meteo, frutti bruciati e vigneti sradicati dal vento al Sud, fiumi in magra al Nord. Milioni di euro di danni a frutteti e vigneti devastati dall'improvvisa ondata di maltempo che con bufere di vento ha colpito la Puglia mentre in Sicilia i frutti non maturano e cadono dagli alberi per il caldo eccezionale che sta favorendo la diffusione degli incendi. E’ l’allarme della Coldiretti sulle anomalie climatiche della Penisola in un 2020 che si classifica come il più bollente dal 1800 con temperature superiori di 1,52 gradi rispetto alla media.
In Puglia trombe d'aria con raffiche di vento oltre i 25 nodi si sono abbattute in provincia di Bari, strappando le ciliegie dagli alberi e spazzando teloni e tralci dei vigneti di uva da tavola con milioni di euro di danni. La Sicilia è stata investita da una ondata di calore senza precedenti che ha causato la “cascola” la caduta dei frutti di mandorle, pere e susine, ancora troppo piccoli per resistere al caldo con temperature oltre i 40 gradi. Nell’ Isola mancano oltre 61 milioni di metri cubi di acqua rispetto allo scorso anno e il fuoco alimentato anche dallo scirocco che porta aria rovente sta bruciando ettari di campi nel Palermitano.
E mentre il Sud è sferzato da fiamme e temperature roventi, al nord si fanno i conti con la magra dei fiumi: in Emilia Romagna il Secchia è sceso sotto al minimo storico, toccando una portata di soli 2,57 metri cubi al secondo e anche gli altri fiumi della regione dal Savio al Taro fino al Trebbia registrano portate sono più che dimezzate rispetto alla media storica come anche il grande fiume Po nel cui bacino viene prodotto 1/3 del Made in Italy agroalimentare.
Una situazione di maltempo che mette in pericolo le forniture alimentari alle famiglie italiane in piena emergenza pandemia con fiumi e invasi a secco nel momento in cui le colture hanno bisogno di acqua per svilupparsi.
Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.