24 Dicembre 2013

Giovani e agricoltura: il messaggio di Vittorio Sangiorgio

Il tema del ricambio generazionale assilla da tanti anni l’opinione pubblica del nostro Paese. Sono tanti quelli che si affannano a dire che i giovani sono assenti nel “mondo che conta”, sia nel mondo politico che in quello imprenditoriale. Uno scenario che ritroviamo in tanti convegni, pubblicazioni, approfondimenti ed indagini. Il fatto che ci sia una disoccupazione giovanile che supera il 40% non fa altro che confermare questi dati, inducendoci a pensare che i giovani siano un grandissimo problema da risolvere.

Eppure, quando andiamo in giro per le nostre campagne, nei mille territori che compongono il mosaico della nostra bellissima Italia, troviamo tanti giovani imprenditori, appassionati, ottimisti, innovatori, consapevoli di essere pionieri di un cambiamento già in atto.
Allora, come amiamo spesso fare, cerchiamo di cambiare la prospettiva da cui guardare le cose e ci rendiamo subito conto che un protagonismo giovanile nel mondo dell’impresa è già in atto, dal punto di vista qualitativo ma anche da quello quantitativo.

Le storie che abbiamo raccontato nell’edizione 2013 di Oscar Green narrano di giovani imprenditori agricoli innovatori, che ragionano in termini di rete di imprese, di integrazione tra filiere e settori economici differenti, di innovazione di prodotto e di relazioni, di produzione di beni e servizi per il benessere delle persone singole, della società e dei territori. Giovani imprenditori che aumentano il loro fatturato in periodo di crisi, che investono nonostante le resistenze del mondo del credito, ottenendo una capacità reddituale del 40% maggiore delle imprese condotte da colleghi senior e una maggiore capacità occupazionale frutto di imprese sempre più strutturate.

Inoltre, circa il 70 % dei giovani imprenditori agricoli opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici.

Ma ad un’analisi di carattere qualitativo si aggiunge anche un’inversione di tendenza dal punto di vista quantitativo. In termini generali, nel 2013 sono nate 296008 imprese. Fra queste, oltre una su tre è stata creata da giovani con meno di 35 anni che hanno avviato ben 100321 nuove attività nel commercio, nell’industria, nei servizi e nell’agricoltura. Inoltre, secondo il rapporto sull’imprenditoria giovanile di Unioncamere, i giovani producono il 17% del PIL nazionale. E’ fondamentale il contributo che anche l’agricoltura sta dando a tutto ciò. Infatti, diciamolo chiaramente, non è più vero che non ci sono giovani che investono in agricoltura. Al contrario sono sempre più quelli che decidono di intraprendere nelle nostre campagne.

Nei primi mesi del 2013 sono nate circa 4200 nuove aziende agricole, di cui una nuova impresa su tre è stata creata da giovani con meno di 35 anni. Sebbene si continui a sostenere che solo il 7,2 per cento dei titolari di impresa ha meno di 35 anni, guidando circa 60mila aziende, sappiamo anche che il 42% dei coadiuvanti impegnati nelle imprese agricole sono giovani. Una percentuale importante, che spesso rappresenta il vero cuore dell’impresa, motore del rilancio delle stesse.

Il ricambio generazionale è in atto e lo stiamo dimostrando anche nel mondo della rappresentanza. Coldiretti sta rappresentando e guidando il cambiamento in corso con la classe dirigente più giovane del Paese, come dimostra l’elezione del Presidente nazionale Roberto Moncalvo. I cambiamenti necessitano innanzitutto di nuove visioni, nuovi approcci, nuovi paradigmi. I cambiamenti necessitano di pionieri, di donne e uomini che sappiano leggere in maniera diversa le traiettorie della vita quotidiana per lanciarsi verso nuovi orizzonti.

Se fossimo stati soli ci saremmo fortemente preoccupati. Al contrario siamo ottimisti. Il cambiamento sta soffiando tra tanti giovani imprenditori dei settori tipici del made in Italy e non: dagli artigiani agli albergatori, dagli innovatori digitali ai giovani industriali, che scelgono l’Italia rifiutando la competizione al ribasso.
Noi siamo già nell’Italia del cambiamento, perché i giovani sono la più bella opportunità che faremo cogliere al Paese.

 

Vittorio Sangiorgio