A difesa del Made in Italy alimentare - dal campo alla tavola - tanti gli agricoltori all’arrembaggio per raggiungere le navi che stanno scaricando, proprio in queste ore, mais, soia e grano provenienti dall’estero. Sono già salpati dal Porto di Bari dove ad attenderli ci sono già centinaia di produttori arrivati per salvare il granaio Italia, che rischia di scomparire. Sotto attacco è lo sbarco di grano straniero, destinato alla produzione di pane e pasta senza alcuna indicazione in etichetta sulla reale provenienza, con l’inganno dei consumatori e la concorrenza sleale nei confronti dei produttori italiani impegnati a garantire qualità e sicurezza dei raccolti. “Almeno 1 pacco di pasta su 2 contiene grano straniero, ma l’etichetta non lo dice”, denunciano gli agricoltori italiani, che mettono sotto accusa le politiche dell’Unione Europea, che non prevedono l’obbligo di indicare la provenienza del grano impiegato.
"Oggi noi giovani di Coldiretti abbiamo voluto dire basta all'inganno che toglie reddito ai cerealicoltori pugliesi e italiani e minaccia la salute dei consumatori" - ha dichiarato Maria Serena Minunni, Delegata Regionale Coldiretti Giovani Puglia - "In soli 6 mesi sono state scaricate al Porto di Bari, 891mila tonnellate di grano di cui non si conosce l’origine, a volte triangolato attraverso porti europei e utilizzata dai trasformatori per fare prodotti Made in Italy. Non accettiamo che il prodotto pugliese continui ad essere deprezzato. Queste pratiche vanno anche ad intaccare la voglia di tanti giovanissimi pugliesi, che vorrebbero investire il proprio futuro in agricoltura. E’ urgente l’etichettatura obbligatoria dell’origine per pane e pasta per evitare che prodotti fatti con materia prima importata vengano spacciati per italiani, a danno del comparto cerealicolo e dei consumatori ignari”.
La Puglia è la regione cerealicola leader in Italia con una Produzione Lorda Vendibile di 230milioni di euro. Nonostante ciò, gli industriali della pasta utilizzano solo il 20% di prodotto regionale, mentre sono 800.000 le tonnellate di grano che arrivano nel nostro Paese da Australia, Ucraina, Canada, Bangladesh, Sud America, Messico, Arizona e Texas, per produrre pasta Made in Italy senza che sia indicato in etichetta.