9 Dicembre 2017

Siccità record, taglia anche il lavoro nei campi

Siccità, con il – 5,6% taglia il lavoro nei campi, con l’agricoltura che è l’unico settore a far registrare un calo degli occupati nel terzo trimestre del 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei nuovi dati Istat sull'occupazione, che evidenziano gli effetti devastanti nelle campagne di una stagione segnata da un clima impazzito e dalla siccità record, con il 2017 che si è classificato come l’anno meteorologico più secco in Italia dal 1800, secondo un’elaborazione sui dati Isac Cnr, provocando danni stimati superiori ai 2 miliardi di euro.
Il risultato è stato un crollo generale delle produzioni che va dalle mele all'uva e che ha causato un conseguente calo della necessità di manodopera per le campagne di raccolta. Se ad esempio per le mele si stima un calo medio del 23%, rispetto a quella della scorsa stagione con punte del 60% in Trentino nelle vigne, la vendemmia 2017 si è classificata tra le più scarse del dopoguerra con un taglio della produzione del 26% nel confronto con lo scorso anno.
La vendemmia è stata difficile in tutta Europa dove si stima una produzione in 145 milioni di ettolitri, inferiore del 14% rispetto allo scorso anno, a causa appunto, degli eventi climatici estremi e del cambiamento climatico. La qualità dell’uva è definita molto buona in tutta l’Europa con un aumento dei prezzi, che però non sarà sufficiente a compensare alcuni produttori per le perdite di raccolto subite.
Il clima sta diventando un elemento strategico dell’economia, tanto che solo in Italia i danni causati all'agricoltura dal clima impazzito e dalla siccità ammontano a oltre 14 miliardi di euro negli ultimi 10 anni.