27 Giugno 2017

Siccità e caldo: a Roma giugno con 4,3 gradi in più rispetto alla media

Siccità e caldo hanno reso le vacanze romane ancora più bollenti nel mese di giugno. Nella Capitale, infatti, le temperature massime sono risultate superiori di 4,3 gradi la media di riferimento, mentre le precipitazioni sono risultate in calo del 75%, provocando una crisi idrica di portata storica. E’ quanto emerge da una analisi effettuata sulla base dei dati Ucea, relativi alla seconda decade del mese. Durante questo periodo si è registrato lo stato di sofferenza del Lago di Bracciano - riserva idrica della Capitale - da dove Acea preleverà 1.300 litri di acqua al secondo, invece dei 1.600-1.800 programmati per giugno e luglio sulla base di quanto concordato dall'Osservatorio permanente sugli usi idrici.

La situazione è critica in tutto il Lazio, con una temperatura massima superiore di 4 gradi la media ed il 73% in meno di pioggia. Il risultato sono i danni incalcolabili subiti dal settore agricolo del Lazio con le falde che risultano in costante abbassamento nell’agro romano e nel comprensorio dei Castelli. Per quanto riguarda la zona della Tuscia, se continua a perseverare la mancanza di precipitazioni, si dovranno irrigare persino uliveti e vigneti per salvare piante e raccolti. A Latina - dove si concentra il grosso della produzione regionale di ortaggi - gli agricoltori sono disperati perché manca del tutto l’acqua per irrigare, gli invasi sono a secco, le falde prosciugate con il rischio per le aziende di veder bruciati dalla siccità ettari di campagne coltivati ad angurie, carote, meloni, melanzane, pomodori senza poter fare alcun tentativo per salvare almeno in parte il raccolto.

Le conseguenze economiche saranno pesantissime anche per gli allevatori che hanno perso, o stanno perdendo, mais e foraggi seminati per mettere in deposito il fieno necessario ad alimentare il bestiame durante i mesi invernali. Saranno costretti a comprarlo sul mercato con spese aggiuntive che finiranno per erodere i già esigui margini di reddito degli allevatori laziali. Ancora pochi giorni e, se non pioverà, migliaia di aziende agricole di tutta la regione perderanno i raccolti. Il sistema agricolo regionale rischia il tracollo. David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio, si fa interprete dei timori degli imprenditori agricoli che avvertono ormai imminente il rischio di perdere i raccolti per la progressiva diminuzione delle risorse idriche e per effetto delle temperature di gran lunga superiori alle medie stagionali.