27 Maggio 2017

Pasta, torna a tavola quella prodotta con grano duro antico

Pasta, simbolo indiscusso del nostro Made in Italy, con un balzo record di 250 volte in 20 anni finalmente torna sulle tavole insieme a pane e pizze prodotti con le antiche sementi della tradizione italiana. Dall'analisi presentata insieme alla Società Italiana Sementi, al compimento dei 70 anni, ha vinto il bando del Crea, Centro per la ricerca della cerealicoltura di Foggia, ottenendo per 15 anni l’esclusiva della riproduzione e certificazione del grano duro Senatore Cappelli. Con 1.000 ettari certificati coltivati nel 2016, il Senatore Cappelli è stato il grano duro antico più seminato in Italia, con la produzione che ha raggiunto 2,5 milioni di chili nel 2017, praticamente raddoppiata rispetto all’anno precedente, in controtendenza rispetto alle semine di grano duro diminuito in Italia dell’8%. È stato proprio l’impegno della Sis, nell’attività di riproduzione e certificazione che nell’ultimo anno ha fatto scattare in alto la coltivazione e produzione dell’antico grano duro. ll Senatore Cappelli, lo ricordiamo, è una cultivar di grano che vanta più di 100 anni: è stato selezionato nel 1915 dall’agronomo Nazareno Strambelli che lo ha così chiamato in onore del senatore del Regno, Raffaele Cappelli, che aveva messo a disposizione dello Strampelli i terreni della propria masseria sul Tavoliere delle Puglie. Dopo essere arrivato a coprire più della metà della coltivazione di grano in Italia, rivoluzionando la produzione di pane e pasta, negli anni '60 ha iniziato a scomparire, tanto che venti anni fa nel 1996 la produzione era scesa a meno di diecimila chili.

Le grandi qualità nutrizionali, hanno fatto in modo che oggi questa antica varietà di grano duro fosse reinserita nel mercato. Il grano Senatore Cappelli, infatti, ha un contenuto di glutine più basso rispetto ad altri grani duri, pur mantenendo una quota proteica alta rispetto ai grani concorrenti. Anche i contenuti di zuccheri risultano più bassi rispetto ad altre varietà, mentre risulta invece importante la presenza di oligoelementi quali magnesio, potassio, calcio e zinco, di vitamine del gruppo B e vitamina. Oltre alle grandi qualità organolettiche, il Senatore Cappelli si contraddistingue anche per le sue qualità agronomiche. In un periodo di anomali cambiamenti climatici e di mutate esigenze ambientali tornano utili le caratteristiche di questo grano che:

  • ben si adatta a terreni siccitosi per la sua bassa necessità di acqua
  • aiuta a salvaguardare le risorse idriche sempre più scarse
  • resiste bene alle malattie, facendone un grano ideale per la coltivazione biologica.

L’ottima qualità della granella di questa varietà di grano duro, consente di ricavare farine e semole ideali per prodotti tipici a base di cereali, dalla pasta fresca quindi pasta fatta in casa, al pane e pasta per pizza; dai dolci a tutti i prodotti della panificazione. “Nell’ambito delle celebrazioni dei 70 anni della Sis, abbiamo voluto il ritorno del Senatore Cappelli – ha detto il presidente di Sis e vicepresidente nazionale di Coldiretti, Mauro Tonello – perché riteniamo importante la salvaguardia dei semi antichi non certo per una questione di archeologia genetica, ma perché la qualità di questo grano trova ancora oggi il consenso dei consumatori che invece rifiutano produzioni che derivano da semi di organismi geneticamente modificati che rischiano di fare perdere la grande ricchezza della biodiversità con gravi perdite del patrimonio alimentare, culturale ed ambientale del Made in Italy”.

“La Società Italiana Sementi – ha detto il direttore generale di Sis, Mario Conti – da settanta anni seleziona semi che hanno fatto la storia del Made in Italy dalle varietà di grano Bologna alla varietà di riso Volano, fino a sementi di erba medica come la Garisenda perché ritiene fondamentale salvaguardare un patrimonio genetico il più ampio possibile, per affrontare le sfide future. Per questo ci siamo assunti l’onere e l’onore di certificare la produzione di grano duro Senatore Cappelli, che con le sue caratteristiche genetiche si sta rivelando adatto alle nuove esigenze di coltivazione con elevati standard organolettici, che rispondono alla domanda di buona e sana alimentazione”.