16 Novembre 2017

Italian food: all’estero è record storico per il Made in Italy

Italian food registra un record storico per l’agroalimentare all’estero con le esportazioni che superano per la prima volta i 40 miliardi di euro nel 2017 per effetto di una crescita del 7%.

Questa la stima di Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi a commercio estero nei primi nove mesi. Quasi i due terzi delle esportazioni agroalimentare – sottolinea Coldiretti – interessano i Paesi dell’Unione Europea, ma gli Stati Uniti – sottolinea Coldiretti – sono di gran lunga il principale mercato dell’ italian food fuori dai confini dall’Unione e il terzo in termini generali dopo Germania e Francia e prima della Gran Bretagna.

A guidare l’ascesa del vero Made in Italy all’estero sono Cina (+18,4%) e Russia (+31.3%), due mercati dove- continua Coldiretti- ci sono ancora grandi opportunità di crescita per l’ italian food a tavola, anche se per il mercato russo le esportazioni restano fortemente limitate dall’embargo che ha colpito ad una lista di prodotti, frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da tutta l’Unione Europea. Seguono nella lista di coloro che amano mangiare italiano Stati Uniti con una crescita è del 6,8%, Francia (+8.2%) e Gran Bretagna dove si è registrato un +2,5%, mentre restano stabili le esportazioni alimentari in Germania.

A spingere la crescita – sottolinea la Coldiretti - sono i prodotti base della dieta mediterranea a partire dal vino che è il prodotto italiano più esportato e fa segnare un aumento dell’8%, seguito dall’ortofrutta che registra un incremento del 4% ma ottime performance – continua Coldiretti - anche per i formaggi con un incremento del 9% in valore. Mai così tanto formaggio italiano è stato consumato all’estero come nel 2017 durante il quale per la prima volta nel 2017 saranno superati i 400 milioni di chili. La dimostrazione più eclatante del successo è il fatto che i francesi sono diventati i principali consumatori di formaggi Made in Italy con le esportazioni che sono praticamente raddoppiate (+94%) in quantità nel decennio nel Paese più nazionalista del mondo togliendo spazio sugli scaffali d’Oltralpe a Camembert, Brie, Roquefort e alle altre specialità locali che, come ricordava Charles De Gaulle, sono i prodotti più rappresentativi del Paese.

L’andamento dell’ italian food sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. In testa alla classifica dei prodotti più taroccati – continua Coldiretti – ci sono i formaggi a denominazione di origine Dop a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, ma anche il Provolone, il Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina. Poi – conclude la Coldiretti - ci sono i salumi più prestigiosi dal Parma al San Daniele che spesso “clonati”, ma anche gli extravergini di oliva, le conserve.