13 Dicembre 2016

Commercio estero: l’alimentare spinge l’export al Sud Italia

Commercio estero, a spingere le esportazioni verso il Sud del nostro Paese, contribuisce l’alimentare, che cresce dal +12,9% della Calabria, al +9.6% del Molise fino al +9,2% della Regione Sicilia. Questi elementi sono emersi da una recente analisi, sulla base dei dati Istat sul commercio estero, registrati nei primi nove mesi del 2016. A livello nazionale, le esportazioni alimentari crescono del 3,7%, rispetto alla media generale dello 0,5%. Non solo Sud, ma anche Nord dove sono stati registrati dati ugualmente positivi sempre per l’alimentare, con un incremento del 5,7% in Lombardia e nel centro Italia con un balzo del 6,8% dell’export nel Lazio e nelle Marche. Questi risultati sono quindi la dimostrazione che l'alimentare, è un settore strategico per quanto riguarda la ripresa economica ed occupazionale del nostro Paese.

Con questi dati l’agroalimentare Made in Italy vola verso un nuovo record delle esportazioni, che già nel 2015 avevano raggiunto il valore massimo di sempre a 36,9 miliardi di euro. L’agroalimentare pero’ svolge un effetto-traino unico sull’intera economia, per l’impatto positivo di immagine sui mercati esteri, dove il cibo Made in Italy è sinonimo di qualità. L'andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare, da una più efficace tutela nei confronti dell'agropirateria internazionale che, come più volte ribadito, fattura oltre 60 miliardi di euro.

Non solo commercio estero, ma anche Pil: con un aumento del 7,1% l’agricoltura del Sud, cresce quasi il doppio della media nazionale del +3,7% e contribuisce a colmare il divario del mezzogiorno rispetto al resto d’Italia. L’agricoltura del sud fa segnare il maggior incremento del valore aggiunto tra tutti i settori produttivi e, tra le diverse aree territoriali a dimostrazione del fatto che l’agricoltura nel Mezzogiorno è oggi capace di offrire prospettive di futuro. Il rilancio del Sud passa dunque dalla capacità di riuscire finalmente a sfruttare le risorse culturali e paesaggistiche e ambientali, che offrono enormi opportunità all’agricoltura di qualità, all’enogastronomia e al turismo. Un nuovo modello di sviluppo che passa dalla valorizzazione della distintività del territorio, come hanno dimostrato di saper fare le moltissime nuove imprese condotte da giovani imprenditori agricoli.