13 Settembre 2016

Agricoltura, business agromafie supera i 16 miliardi

Agricoltura un settore sempre più ricco di opportunità, specialmente per i giovani agricoltori, ma anche minacciato dalle agromafie, perchè il loro volume d'affari complessivo annuale è salito 16 miliardi di euro ed è in netta controtendenza rispetto alla fase recessiva del Paese: la criminalità organizzata, infatti, trova terreno fertile proprio nel tessuto economico indebolito dalla crisi.

E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo all’’Incontro su “L’altro cibo: quello con la vitamina “l” come “legalità” del ciclo #FoodFactor, all’interno del Taobuk- Taormina International Book Festival al quale ha partecipato anche Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti. “Per raggiungere l’obiettivo criminale - ha sottolineato Moncalvo - i clan ricorrono a tutte le tipologie di reato tradizionali: usura, ma anche a furti di attrezzature e mezzi agricoli, abigeato, macellazioni clandestine o danneggiamento delle colture con il taglio di intere piantagioni, ma con i classici strumenti dell’estorsione e dell’intimidazione impongono anche la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Appropriandosi di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggono la concorrenza e il libero mercato legale e soffocano l’imprenditoria onesta, quella fatta anche da giovani imprenditori agricoli che fanno dell’agricoltura una vera e propria missione di vita, investendo tutto il proprio futuro in maniera onesta e con tanti sacrifici. La criminalità organizzata, compromette in modo gravissimo la nostra agricoltura e quindi la qualità e la sicurezza dei prodotti, mettendo in pericolo la salute dei consumatori. Particolarmente fiorente – ha precisato Moncalvo - è l’attività rivolta a spacciare per Made in Italy prodotti importanti dall’estero, dall’olio di oliva ai pomodori fino ai limoni con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani. Un'attività - ha denunciato Moncalvo - favorita dalla mancanza di trasparenza sui flussi delle importazioni con il segreto sui nominativi delle aziende che importano e dal mancato obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima, impiegata per tutti gli alimenti. Gli ottimi risultati dell'attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell'ordine impegnate, vanno accompagnati con un impegno per stringere le maglie troppo larghe della legislazione. L’innovazione tecnologica e i nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali come il commercio elettronico - ha concluso Moncalvo - rendono ancora più diffuse le frodi in agricoltura che, per questo motivo, vanno perseguite con un sistema punitivo più adeguato, come opportunamente previsto dalla proposta di riforma delle norme a tutela dei prodotti alimentari, presentata al Ministro della Giustizia Andrea Orlando dalla Commissione per l’elaborazione di proposte di intervento sulla riforma dei reati in materia agroalimentare, presieduta da Giancarlo Caselli".