27 Novembre 2014

UNESCO: bene Zibibbo, ora tocca alla pizza napoletana

E’ un atteso riconoscimento al lavoro di intere generazioni di agricoltori che hanno realizzato nel tempo un territorio unico ed inimitabile di una bellezza straordinaria, ma capace anche di esprimere produzioni da primato conosciute ed apprezzate in tutto il mondo. E’ quanto ha affermato il Presidente Coldiretti Roberto Moncalvo, nel commentare  con soddisfazione il via libera all’iscrizione della vite ad alberello di uve Zibibbo, che caratterizza l'isola di Pantelleria, in Sicilia nella prestigiosa Lista dei Patrimoni Culturali dell'Umanità.
Un riconoscimento che premia l’Italia, che già poteva contare sull’iscrizione di altre meraviglie come:

  • Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato (2014)
  • Etna (2013)
  • Dieta mediterranea (2010)
  • Nove zone delle dolomiti (2009).

Adesso bisogna lavorare per l’iscrizione dell’ arte della pizza napoletana nella lista Unesco dei patrimoni immateriali dell’umanità e tutelarne così l’identità, anche per fare definitivamente chiarezza sull’origine italiana degli ingredienti e sulle modalità di preparazione, per garantire le condizioni igienico e sanitarie ottimali. Investire in qualità è anche l’obiettivo dei nostri giovani agricoltori: secondo un’idagine condotta da Coldiretti Giovani Impresa/IXE  ben il 55% di loro si dedica a realizzare produzioni certificate: dalle indicazioni geografiche, al biologico; certificazioni integrate che comprendono tutte le strategie necessarie a garantire prodotti finali qualitativamente genuini.

Adesso tocca alla pizza napoletana che, dal 4 febbraio 2010 è stata ufficialmente riconosciuta come specialità tradizionale garantita dall’Unione Europea, ma l’obiettivo è quello di arrivare ad un riconoscimento internazionale di fronte al moltiplicarsi di atti di pirateria alimentare e di appropriazione indebita dell’identità.
Per questo Coldiretti collabora alla petizione lanciata sulla piattaforma Change.org insieme all'Associazione Pizzaiuoli Napoletani e alla Fondazione UniVerde, per garantire pizze realizzate a regola d'arte con prodotti genuini e provenienti esclusivamente dall'agricoltura italiana e combattere anche l’agropirateria internazionale.