17 Agosto 2018

Frutta: con il caldo volano acquisti (+20%) ma è allarme nelle campagne

Con il grande caldo i consumi di frutta hanno fatto registrare un balzo del 20% alla decade precedente. E’ quanto stima Coldiretti sulla base delle indicazioni di Campagna in riferimento all’impatto sugli acquisti provocato dal forte innalzamento delle temperature. A preoccupare ora sono le tempeste estive che con nubifragi e grandine provocano danni irreversibili alle produzioni, proprio alla vigilia del raccolti.

L’andamento positivo dei consumi oltre che dai cambiamenti climatici è spinto anche dalle preferenze alimentari di giovani e meno giovani che fanno sempre più attenzione al benessere a tavola con la preferenza accordata a cibi freschi, genuini e dietetici.

Il risultato è che il 2018, se sarà mantenuto il trend attuale, si appresta a far registrare il record del decennio nei consumi di frutta e verdura dopo che già nel 2017 erano saliti a 8,5 miliardi di chili. Una decisa inversione di tendenza dopo che il consumo in Italia era sceso addirittura sotto il limite di 400 grammi a testa al giorno consigliato dal Organizzazione mondiale della Sanita (Oms).

Ad essere apprezzato è il fatto che frutta e verdura sono alimenti che soddisfano molteplici esigenze del corpo: nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l’apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all'azione dei radicali liberi prodotti nell'organismo dall'esposizione al sole, nel modo più naturale ed appetitoso possibile.

Antiossidanti “naturali” sono infatti le vitamine A, C ed E che sono contenute in abbondanza in frutta e verdura fresca. La ricerca di sicurezza e genuinità nel piatto porta l’88% degli italiani a bocciare la frutta straniera e a ritenere importante scegliere nel carrello frutta e verdura Made in Italy secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, visto che l’Italia è al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,6%).