17 Marzo 2016

Vino Made in Italy, da scandalo al metanolo, a record di esportazioni

Vino Made in Italy da record: nel 2015 le esportazioni hanno raggiunto il valore di 5,4 miliardi con un aumento del 575% rispetto a 30 anni fa, quando erano risultate pari ad appena 800 milioni di euro. E’ quanto si afferma in occasione dei 30 anni, oggi, dallo scandalo del metanolo. Proprio 30 anni fa, in seguito alla tragica vicenda, l'immagine del Made in Italy alimentare in tutto il mondo, era stata drammaticamente compromessa, ma da quel momento si è registrato un nuovo inizio con la rivoluzione che ha portato il vino italiano alla conquista di storici primati a livello nazionale, comunitario ed internazionale. Nel mondo, 1 bottiglia di vino esportata su 5 è fatta in Italia, che oggi si classifica come il maggior esportatore mondiale di vino.

Il 66% delle bottiglie di vino esportate dall’Italia sono Dog/Doc o Igt. In termini di fatturato, il primo mercato del vino Made in Italy (con il valore record delle esportazioni di 1,3 miliardi di euro) sono gli USA che hanno sorpassato la Germania (rimasta sotto il miliardo davanti al Regno Unito con oltre 700 milioni di Euro). Negli ultimi anni si sono aperti nuovi mercati - prima inesistenti - come quello della Cina, dove le esportazioni di vino hanno superato gli 80 milioni di euro nel 2015; e sempre nel 2015 - rispetto all’anno precedente - le vendite hanno avuto un incremento in valore di oltre 13% negli Usa, mentre nel Regno Unito l’export cresce dell’11% e la Germania rimane sostanzialmente stabile. In Oriente le esportazioni sono cresciute sia in Giappone sia in Cina rispettivamente in valore del 2% e del 18%. Negli Stati Uniti - continuano Coldiretti e Symbola - sono particolarmente apprezzati il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco che piace però molto anche in Germania insieme all’Amarone della Valpolicella ed al Collio.

“Ora la nuova sfida - afferma il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo è quella di rafforzare e difendere le posizioni acquisite, combattendo la concorrenza sleale forte e agguerrita dei produttori internazionali che si concretizza nella vinopirateria con le contraffazioni e imitazioni dei nostri vini e liquori più prestigiosi che complessivamente provocano perdite stimabili in oltre un miliardo di euro sui mercati mondiali”.