Per discutere dello sviluppo delle relazioni economiche tra Italia e Russia nell’agroalimentare, il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ed il Segretario Generale Vincenzo Gesmundo, hanno incontrato Sergey Razov, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Federazione Russa nella Repubblica Italiana a Palazzo Rospigliosi, sede della maggiore organizzazione agricola italiana ed europea.
Il Presidente della Coldiretti ha donato la caciotta solidale - ottenuta con il latte prodotto dalle mucche provenienti dalle zone colpite dal terremoto, Norcia e Amatrice - all’Ambasciatore russo che ha espresso la commossa partecipazione al dramma a nome del popolo russo e, ricordato la collaborazione offerta dal Presidente Vladimir Putin al Premier italiano Matteo Renzi.
Nel corso dell’incontro sono state esaminati i cambiamenti in atto nei sistemi agroalimentari dei due Paesi che offrono nuove ed importanti opportunità di collaborazione in settori strategici, che sono già oggetto di approfondimento da parte dei rispettivi Governi. E’ stato concordato l’obiettivo di consolidare le relazioni nell’interesse delle imprese e dei consumatori che mostrano una crescente attenzione alla qualità, genuinità, sicurezza dell’alimentazione anche per quanto riguarda l’assenza di Ogm. Opportunità che sono frenate da una guerra commerciale scatenata dalle sanzioni europee che ha fatto scendere le esportazioni del Made in Italy in Russia al minimo da almeno un decennio con una perdita stimata di 7,5 miliardi in 2 anni, provocata anche dall’embargo totale, deciso nei confronti di importati prodotti agroalimentari.
L’agroalimentare è l’unico settore ad essere colpito direttamente da un embargo totale sancito, come ritorsione alle sanzioni europee, dalla Russia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014, che ha chiuso completamente le frontiere del paese di Putin ad una lista di prodotti, frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con successiva proroga. Al divieto di accesso a questi prodotti si sono aggiunte le tensioni commerciali, che hanno ostacolato di fatto le esportazioni in tutto l’agroalimentare e anche negli altri settori, dalla moda fino alle auto, in cui era tradizionalmente forte la presenza italiana.