23 Settembre 2015

Stop al pesce fresco: scatta il fermo pesca da Brindisi a Imperia

Stop al pesce fresco a tavola per l’avvio del fermo pesca, che porta al blocco delle attività della flotta da pesca italiana lungo lo Ionio e il Tirreno, da Brindisi ad Imperia, per 30 giorni consecutivi fino al 18 ottobre. A darne notizia è Coldiretti Impresapesca, in occasione dell’avvio del provvedimento che cade in un momento difficile per le marinerie, le quali negli ultimi 30 anni hanno perso il 35% delle imbarcazioni e 18.000 posti di lavoro, mentre si è progressivamente ridotto il grado di autoapprovvigionamento del pescato.

Con il fermo biologico aumenta peraltro il rischio di ritrovarsi nel piatto per grigliate e fritture, soprattutto al ristorante, prodotto straniero o congelato, se non si tratta di quello fresco Made in Italy proveniente dalle altre zone dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca, che possono ugualmente operare. Nei primi 3 mesi del 2015 sono stati importati in Italia oltre 233 milioni di kg di pesci e crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici, con un aumento del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo un’analisi Coldiretti Impresapesca su dati Istat.

Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo, il consiglio di Coldiretti Impresapesca è dunque di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa:

  • 9 (Mar Ligure e Tirreno)
  • 10 (Tirreno centro meridionale)
  • 11 (mari di Sardegna)
  • 16 (coste meridionali della Sicilia)
  • 17 (Adriatico settentrionale)
  • 18 (Adriatico meridionale)
  • 19 (Jonio occidentale)
  • 7 (Golfo del Leon)
  • 8 (Corsica)
  • 15 (Malta).

Ma si può anche rivolgersi alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato, che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica.

Il blocco delle attività era scattato dal 26 luglio al 6 settembre per l’alto Adriatico, nel tratto da Trieste a Rimini, per una durata di 43 giorni, mentre per le navi iscritte nei compartimenti marittimi da Pesaro a Bari, l'interruzione dell'attività è iniziata il 16 agosto e terminerà il 27 settembre dopo 43 giorni consecutivi. Sardegna e Sicilia decidono autonomamente, con uno stop di almeno 30 giorni nel rispetto dei periodi previsti dai piani di gestione.

Resta il fatto che l’attuale format del fermo pesca, inaugurato esattamente 30 anni fa, ha ampiamente dimostrato di essere inadeguato, poiché non tiene conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono in questo periodo, mentre per la maggior parte delle altre si verifica in date differenti durante il resto dell’anno. Da qui la proposta di Coldiretti Impresapesca di differenziare il blocco delle attività a seconda delle specie, mentre le imprese ittiche potrebbero scegliere ciascuna quando fermarsi in un periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 ottobre.