23 Giugno 2017

Siccità: tra Parma e Piacenza rischia 1/4 del pomodoro italiano

Siccità in Italia a causa del caldo rovente e delle precipitazioni praticamente inesistenti: in questo momento lo stato di emergenza riguarda soprattutto la provincia di Parma e quella di Piacenza, dove si coltiva 1/4 del pomodoro da conserva Made in Italy. A soffrire è l’intero bacino idrografico del Po dal quale dipende il 35% della produzione agricola nazionale. E’ quanto si afferma in riferimento alla dichiarazione dello stato di emergenza nel territorio delle due Province deliberato dal Consiglio dei Ministri. La siccità ha colpito la food valley italiana, mettendo in pericolo l’agricoltura ed il suo indotto dal quale dipendono centinaia di migliaia di posti di lavoro. Sotto assedio sono le province dove sono concentrati allevamenti per la produzione di Parmigiano Reggiano e allevamenti di maiali e dove l’acqua è indispensabile per coltivare granturco e foraggio per nutrire più di 650 mila bovini, che producono latte per i principali formaggi Dop italiani, e 1,5 milioni di maiali, che forniscono le cosce per prosciutti Dop d Parma e di Modena e carne per salumi Dop come il Culatello di Zibello.

A causa della siccità, quindi, è in forte crisi la coltivazione dei pomodori che riforniscono le grandi industrie conserviere, e le coltivazioni di grano. Il livello del fiume Po a Piacenza è inferiore di oltre 1,5 metri a quello dello stesso periodo dello scorso anno, ed è in realtà rappresentativo della crisi idrica del Paese dove si stimano danni per quasi un miliardo di euro in agricoltura. Nel campi coltivati lungo tutta la Penisola con il grande caldo gli agricoltori devono ricorrere all’irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro, ma anche i vigneti e il fieno per l’alimentazione degli animali. Se Sardegna, Emilia Romagna, Toscana e  Veneto hanno richiesto addirittura al Governo lo stato di emergenza, la situazione è preoccupante dal Piemonte alla Lombardia alla Liguria, dalla Toscana al Lazio, dall’Umbria alla Calabria, dalla Campania alla Puglia, dalla Basilicata, dal Friuli alla Sicilia.

Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l'uso razionale dell'acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l'innovazione con colture meno idro-esigenti. Non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli, senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare. Di fronte alla tropicalizzazione del clima se vogliamo continuare a mantenere l’agricoltura di qualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi, con interventi strutturali che non possono essere più rimandati. Occorrono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, creando bacini aziendali e utilizzando le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere acqua.